Da sabato 27 ottobre alla mattinata di martedì 30 il Veneto è stato interessato da una prolungata fase di marcato maltempo, con precipitazioni estremamente abbondanti sulle zone montane e pedemontane, anche a carattere di forte rovescio e temporale, e un marcato rinforzo dei venti meridionali, soprattutto sulle zone montane e costiere, che in alcune fasi sono stati molto forti. Sulla pianura centro meridionale le precipitazioni sono state più discontinue e di entità assai inferiore.
Spesso si sono verificati rovesci e temporali con intensità di pioggia particolarmente elevate: in alcune stazioni, soprattutto del Bellunese e nella seconda parte di lunedì, sono state registrate precipitazioni di 30-50 mm in un’ora, valori ancor più significativi in considerazione della stagione.
La mappa mostra le precipitazioni (in mm) cadute sul Veneto tra il 27 ed il 30 ottobre 2018.
Il grafico successivo mostra le precipitazioni orarie e la loro somma da inizio evento, rilevate dalla stazione di Soffranco a Longarone (BL) dal 27 al 30 ottobre 2018.
Di seguito si riportano alcuni valori di precipitazione, misurati dalle stazioni pluviometriche Arpav durante l’intero evento.
Bellunese centrale: 715.8 mm a Soffranco (Longarone), 658 mm a Sant’Andrea (Gosaldo), 636 mm a Col di Prà (Taibon Agordino) 565.4* mm ad Agordo, 548.2 mm a Cencenighe e 430.6 mm a Forno di Zoldo.
Bellunese meridionale: 439.2 mm a Valpore (Seren del Grappa), 432.6 mm a Feltre e 411.8 mm a Col Indes (Tambre d’Alpago).
Prealpi Vicentine occidentali: 431 mm a Rifugio la Guardia (Recoaro Terme), 430.4 mm a Contrà Doppio (Posina), 426.6 mm a Castana, 423.6 mm a Valli del Pasubio e 415.4 mm a Turcati (Recoaro Terme).
Significativi anche i 595.4 mm caduti a Sappada.
* il dato pluviometrico della stazione di Col di Prà è stato parzialmente ricostruito perché verso le ore 20 del giorno 29 la stazione è stata travolta da una frana ed ha cessato di funzionare.
Per diverse stazioni del bellunese, i quantitativi di precipitazione registrati nell’intervallo tra 1 e 4 giorni costituiscono record assoluti almeno dal 1992, anno di attivazione della rete di monitoraggio Arpav.
Per effetto delle elevate temperature favorite dal flusso sciroccale, il limite della neve si è mantenuto prevalentemente al di sopra dei 2200-2400 m di quota per tutta la durata dell’evento.
Grossi danni sul territorio montano sono stati causati anche dal fortissimo vento, presente fin da inizio evento, che ha raggiunto, nel pomeriggio-sera di lunedì 29, valori mai riscontrati in precedenza, almeno dal 1992, anno d’inizio attività delle stazioni Arpav.
Per quanto riguarda i valori di raffica (valore istantaneo riportato a 10 m dal suolo) si segnalano: 192 km/h registrati sulla cima prealpina del Monte Cesen a 1552 m di quota, 167 km/h registrati sul Monte Verena (Altopiano dei Sette Comuni) a 2002 m di quota, 149 km/h registrati sul Passo Valles (Dolomiti) a 2042 m di quota.
Si segnalano anche valori molto elevati registrati in aree di fondo valle o di altopiano: 141 km/h in Cansiglio, 140 km/h a Perarolo di Cadore, 132 km/h a Caprile e 111 km/h a Santa Giustina Bellunese.
Straordinari anche i venti medi che hanno soffiato costantemente con intensità molto forti soprattutto tra il primo pomeriggio e la tarda serata di lunedì 29. In alcune fasi il vento medio ha registrato valori classificati ai gradini più alti della scala internazionale di Beaufort, tra “tempesta violenta” (103-117 km/h) e “uragano” (>117 km/h). In questo giorno, la stazione del Monte Cesen ha rilevato, tra le ore 18 e le 19, una velocità media oraria del vento di 120.6 km/h e nelle successive due ore la velocità media oraria è rimasta su valori di circa 105 km/h.
Anche tra le 15 e le 18 e tra le 21 e le 22, questa stazione ha misurato velocità medie orarie dell’ordine dei 90 km/h.
Il grafico sopra riportato evidenzia l’andamento della velocità del vento media oraria (istogrammi) e della direzione prevalente di provenienza del vento oraria (rombi) registrate dalla stazione di Monte Cesen sulla sommità delle Prealpi orientali, a 1552 m di quota.
Le barre verdi chiare identificano le ore con velocità media oraria superiore a 100 km/h, le barre verdi scure identificano ore con velocità media oraria superiore a 80 km/h e la retta tratteggiata identifica il limite oltre il quale si colloca il “vento forte” nella scala di Beaufort. Si osserva che, nella fase di massima intensità del vento (pomeriggio del giorno 29), la direzione prevalente di provenienza del vento, assai costante, ruota da SSE a S.
A cura di Arpav – Centro Meteorologico di Teolo
Foto di Bruno Renon, Arpav – Centro Servizi Idrogeologici
EMSR334: Wind Storm in north-east of Italy
Severe weather event lasted almost 4 days, causing windstorms, flash flooding, landslides & mudflow in Northern Italy🇮🇹
It is estimated that the windstorm flattened 7k ha of pine forest. We’re producing maps to assess the damage. pic.twitter.com/O7ktrknb6B— Copernicus EMS (@CopernicusEMS) 8 novembre 2018
Sono anni che Accademia Kronos denuncia il fatto che non essere riusciti nel ridurre i gas serra in atmosfera (mitigazione climatica) un bel giorno ci avrebbe portato a questa catastrofe e, purtroppo, non è finita. Il 2 Dicembre a Roma invasione di biciclette da tutt’Italia per sensibilizzare i “potenti della Terra” che si riuniranno il giorno dopo a Katowice per l’ennesimo summit sul clima…..servirà? Ennio La Malfa di AK