Arpa Veneto, insieme alle altre agenzie ambientali che si affacciano sul mare, a partire dal 2015 è impegnata in attività di studio delle acque marine per il raggiungimento entro il 2020 del “buono stato ambientale”, in base alla Direttiva 2008/56/CE sulla Marine Strategy.
Nell’ambito del piano operativo delle attività 2018, in base alle caratteristiche geomorfologiche e alle pressioni insistenti sull’areale marino della regione Veneto, sono state individuate le attività distinte in moduli; il quadro complessivo relativo al 2018 è sintetizzato nella seguente tabella.
Le attività di monitoraggio dello stato chimico ed ecologico delle acque, del sedimento e del biota (moduli 1, 1S, 5T e 6F) sono iniziate nel 2015 e costituiscono ormai una metodica relativamente consolidata. Grazie ai rilevamenti per la strategia marina è stato possibile ampliare la conoscenza su questi aspetti ad un’area di indagine che si estende fino a 12 miglia nautiche dalla costa.
Le attività relative alla tematica dei rifiuti, articolata in rifiuti spiaggiati e micro-plastiche in acqua (moduli 4 e 2) hanno costituito una vera e propria innovazione in termini di monitoraggio del sistema-mare del Veneto.
Le microplastiche costituiscono un notevole pericolo per gli ecosistemi marini ed il loro rilevamento fino a pochi anni fa era relegato all’ambito della ricerca. Dal 2018 le metodiche di campionamento, con lo specifico apparecchio denominato manta, e le procedure di analisi dei campioni in laboratorio sono diventate patrimonio di Arpav.
Nel 2018 il campionamento delle microplastiche è stato effettuato nei mesi di marzo e dicembre in 3 sub-aree poste a 0.5, 1.5 e 6 miglia nautiche dalla costa; durante il campionamento delle microplastiche è stato effettuato anche il monitoraggio visivo delle macroplastiche flottanti.
Di grande interesse ed attualità sono anche le attività sulle specie non indigene, che prevedono una sorveglianza specifica in zone ritenute ad alto rischio di introduzione di nuove specie tramite campionamenti per l’analisi della composizione dei popolamenti di fito e zooplancton e di benthos sia di fondo mobile che di fondo duro. Per questa attività l’Agenzia si è avvalsa fino al 2018 della collaborazione del CNR-ISMAR ma dal 2019 si sta rendendo autonoma, sia per il campionamento che per le analisi.
Rispetto agli anni precedenti, nel 2018 i rilevamenti della strategia marina sono stati integrati con nuove attività di monitoraggio relative agli aspetti naturalistici, riferiti alle Direttive 92/43/CE Habitat e 2009/147/CE Uccelli.
Di particolare importanza per l’alto Adriatico è stato il monitoraggio dei delfini della specie Tursiops truncatus, indagato nel modulo 12 in stretta collaborazione tra le Agenzie ambientali del Veneto e dell’Emilia Romagna. Trattandosi di un’attività estremamente specifica le agenzie si sono avvalse della collaborazione di specialisti nello studio delle popolazioni dei cetacei. 18 le uscite realizzate tra giugno e settembre 2018 lungo tutto il litorale Veneto fino alle 12 miglia di distanza dalla costa con registrazione della composizione di ogni gruppo avvistato e rilievo fotografico dei singoli esemplari. I risultati sono stati importanti in quanto hanno permesso alle Regioni di formulare l’ipotesi di delimitazione di una specifica area SIC nella zona del delta del Po.
Il censimento delle popolazioni di Pinna nobilis è un’altra componente dei monitoraggi naturalistici effettuati nel 2018, effettuato mediante operatori subacquei nelle aree della rete Natura 2000 delle Tegnùe di Caorle e di Chioggia.
Focus: i rifiuti spiaggiati nella spiaggia di Sottomarina (VE)
La spiaggia di Sottomarina è uno dei casi studio presentati nel seminario “Programmi di monitoraggio della Strategia Marina: risultati, esperienze e prospettive”, organizzato dalla Direzione Generale del Ministero dell’Ambiente nell’ambito del Progetto CReIAMO PA a Roma il 27 marzo 2019. In particolare sono stati presentati i risultati emersi nel triennio 2015-2017 relativi alle attività di visual census dei rifiuti spiaggiati.
In Veneto sono quattro le tipologie di spiagge censite rappresentative, rispettivamente, di area urbanizzata (Chioggia-Sottomarina), area portuale (Cavallino Treporti), area remota (Caorle-Brussa) e area fluviale (Porto Tolle-Barricata). I rilievi vengono effettuati due volte l’anno su tutte le spiagge, una volta prima dell’apertura della stagione balneare e successivamente a fine stagione.
Dall’elaborazione dei dati del triennio 2015-2017 la plastica e poliestere costituiscono la percentuale maggiore di rifiuti rinvenuti su tutte le spiagge (mediamente 70%) ad eccezione della spiaggia Brussa, dove il 60% dei rifiuti appartiene invece alla categoria carta e cartone per l’abbondante presenza di mozziconi di sigarette.
Il caso studio presentato al convegno ha riguardato la spiaggia di Sottomarina limitrofa all’area urbanizzata di Sottomarina – Chioggia, da cui dista circa 600 m. L’arenile è di tipo sabbioso con una ampiezza maggiore di 50 m; sia a nord che a sud sono presenti aree destinate alla molluschicoltura.
All’interno della categoria plastica e poliestere, Sottomarina risulta essere l’unica spiaggia dove è evidente un contributo specifico elevato della categoria “Panieri e cestelli per la coltivazione di ostriche/ reti o sacchi per mitili o ostriche (calze)/ targhette di plastica usate in acquacoltura o pesca/ nasse” dovuta alla massiva presenza di reti per miticoltura, oltre ai normali contributi tipici di un’area urbanizzata (frammenti di plastica e rifiuti alimentari/ricreativi).