Dopo gli incontri formativi di fine ottobre con gli studenti, l’attività di informazione e condivisione dei risultati finora otteniti dal progetto LIFE Phoenix prosegue il 26 e il 27 novembre con un ciclo di webinar.
I webinar sono rivolti agli stakeholder del progetto: amministratori pubblici, manager aziendali, operatori di industrie di settore, consorzi di bonifica, produttori ortofrutticoli e agricoltori, e a tutti coloro che intendono approfondire le tematiche in questione.
Nelle due giornate gli esperti del progetto racconteranno le attività e obiettivi finora raggiunti. Per Arpav, partner del progetto, Massimo Mazzola, Lidia Marzaro e Gianni Formenton, parleranno di risultati e aspetti studiati nell’ambito del progetto
Massimo Mazzola il 26 novembre presenterà agli amministratori pubblici il modello numerico elaborato per interpretare, predire e quantificare il fenomeno di contaminazione da PFAS.
Il 27, nella sessione dedicata all’industria, Gianni Formenton e Lidia Marzaro parleranno, rispettivamente, di produzione e smaltimento dei PFAS alla luce della normativa REACH, e dell’ampio utilizzo di queste molecole in articoli di uso comune.
Il ciclo di webinar è organizzato dal Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Padova.
Gli eventi si svolgeranno su piattaforma Zoom. È possibile partecipare senza alcuna registrazione, basta collegarsi al link: https://unipd.zoom.us/j/8248810192
Il Progetto LIFE PHOENIX (Perfluorinated compounds and HOlistic ENvironmental Interinstitutional eXperience), co-finanziato dall’Unione Europea nel 2017, è nato dalla collaborazione tra Regione Veneto in qualità di Project Leader, Università di Padova, ARPAV, CNR-IRSA e Azienda Zero. Il progetto ha come obiettivo principale quello di aumentare la conoscenza sul rischio correlato alla diffusione in natura dei Contaminanti Organici Mobili e Persistenti (PMOC) emergenti, con particolare riferimento al caso dei PFAS a catena corta presenti nelle acque di alcune province del Veneto. Nello specifico, il progetto prevede lo sviluppo di un modello di governance finalizzato a ridurre la dispersione e l’impatto di queste sostanze nella nostra regione, modello che possa essere replicato in altre regioni dell’Europa che presentino criticità simili nella matrice acqua.