Il rapporto presenta i risultati del monitoraggio regionale delle acque sotterranee del Veneto svolto nel 2018 riprendendo la struttura dei precedenti.
Nel 2018 il monitoraggio quantitativo ha interessato 213 punti, quello qualitativo 292, il 67% dei quali non presentano alcun superamento degli standard numerici individuati dal d.lgs 152/2006 smi e sono stati classificati con qualità buona, il restante 33% mostra almeno una non conformità e sono stati classificati con qualità scadente. Il maggior numero di sforamenti è dovuto alla presenza di inquinanti inorganici (79 superamenti) e all’arsenico (27 superamenti), prevalentemente di origine naturale. Per le sostanze di sicura origine antropica le contaminazioni riscontrate più frequentemente e diffusamente sono quelle dovute ai composti organoalogenati (9 superamenti). Gli altri superamenti degli standard di qualità sono dovuti a nitrati (4), pesticidi (8) e composti perfluorurati (6).
Osservando la distribuzione dei superamenti nel territorio regionale si nota una netta distinzione tra le tipologie di inquinanti presenti a monte ed a valle del limite superiore della fascia delle risorgive: nell’acquifero indifferenziato di alta pianura i punti con scarsa qualità sono dovuti soprattutto a composti organo alogenati, nitrati e pesticidi; negli acquiferi differenziati di media e bassa pianura a sostanze inorganiche e metalli. Quattro dei punti con superamento del valore soglia per uno dei composti perfluorurati si trovano nell’area del plume di contaminazione con origine a Trissino; uno a Villafranca di Verona.
- ARPA VENETO
- Anno di pubblicazione: 2019
- Periodicità: Annuale
- Temi: Acque superficiali e sotterranee