Il rapporto presenta i risultati del monitoraggio regionale delle acque sotterranee del Veneto svolto nel 2019 riprendendo la struttura dei precedenti. Nel 2019 il monitoraggio quantitativo ha interessato 213 punti, quello qualitativo 289, il 67% dei quali non presentano alcun superamento degli standard numerici individuati dal DLgs 152/2006 smi e sono stati classificati con qualità buona, il restante 33% mostra almeno una non conformità e sono stati classificati con qualità scadente. Il maggior numero di sforamenti è dovuto alla presenza di inquinanti inorganici (84 superamenti) e all’arsenico (26 superamenti), prevalentemente di origine naturale. Per le sostanze di sicura origine antropica le contaminazioni riscontrate più frequentemente e diffusamente sono quelle dovute ai pesticidi (19). Gli altri superamenti degli standard di qualità sono causati da nitrati (5), composti organoalogenati (6) e composti perfluorurati (2).
Osservando la distribuzione dei superamenti nel territorio regionale si nota una netta distinzione tra le tipologie di inquinanti presenti a monte ed a valle del limite superiore della fascia delle risorgive: nell’acquifero indifferenziato di alta pianura la scarsa qualità è dovuta soprattutto a pesticidi, nitrati e composti organo alogenati; negli acquiferi differenziati di media e bassa pianura a sostanze inorganiche e metalli. Dei due punti con superamento del valore soglia per almeno un composto perfluorurato uno si trovano nell’area del pennacchio di contaminazione con origine a Trissino; l’altro a Villafranca di Verona.
- ARPA Veneto
- Anno di pubblicazione: 2020
- Periodicità: Annuale
- Temi: Acque superficiali e sotterranee
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