Il rapporto presenta i risultati del monitoraggio regionale delle acque sotterranee del Veneto svolto nel 2020 riprendendo la struttura dei precedenti. Nel 2020 il monitoraggio quantitativo ha interessato 215 punti, quello qualitativo 288, il 64% dei quali non presentano alcun superamento degli standard numerici individuati dal DLgs 152/2006 e s.m.i. e sono stati classificati con qualità buona, il restante 36% mostra almeno una non conformità e sono stati classificati con qualità scadente. Il maggior numero di sforamenti è dovuto alla presenza di inquinanti inorganici (79 superamenti) e all’arsenico (30 superamenti), prevalentemente di origine naturale. Per le sostanze di sicura origine antropica le contaminazioni riscontrate più frequentemente e diffusamente sono quelle dovute ai pesticidi (31). Gli altri superamenti degli standard di qualità sono causati da nitrati (6), composti organoalogenati (11) e composti perfluorurati (1).
Osservando la distribuzione dei superamenti nel territorio regionale si nota una netta distinzione tra le tipologie di inquinanti presenti a monte ed a valle del limite superiore della fascia delle risorgive: nell’acquifero indifferenziato di alta pianura la scarsa qualità è dovuta soprattutto a pesticidi, nitrati e composti organo alogenati; negli acquiferi differenziati di media e bassa pianura a sostanze inorganiche e metalli. Il punto con superamento del valore soglia per almeno un composto perfluorurato si trova nell’area del pennacchio di contaminazione con origine a Trissino.
- ARPA Veneto
- Anno di pubblicazione: 2021
- Periodicità: Annuale
- Temi: Acque superficiali e sotterranee
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