Un significativo aumento delle temperature e segnali di cambiamento nel regime pluviometrico e nella frequenza degli eventi estremi: in Veneto si registra quanto sta accadendo in media a livello globale.
Per le temperature i tassi di incremento rilevati nel territorio regionale sono mediamente più alti di quelli osservati a livello globale, fino a valori di oltre 1°C negli ultimi 25 anni. A questo aumento consegue un incremento degli episodi di ondate di calore e una diminuzione dei giorni di freddo. Alcune conseguenze di questo cambiamento sono già piuttosto evidenti sul territorio regionale: la forte diminuzione dei ghiacciai dolomitici, la cui superficie si è ridotta del 30% circa in trent’anni, le variazioni delle fasi fenologiche e del ciclo produttivo di alcune culture agrarie, come la vite che anticipa la maturazione in media di due settimane, fino all’innalzamento del livello del mare registrato anche nell’alto Adriatico.
L’analisi dei dati di precipitazione totale annua degli ultimi 25 anni registrati dalla rete meteo di Arpa Veneto, ha evidenziato un aumento della variabilità interannuale delle piogge. In particolare negli ultimi anni abbiamo assistito a forti oscillazioni nel regime pluviometrico, con annate o stagioni estremamente piovose, come ad esempio il 2014, seguiti da periodi molto siccitosi, come il 2015.
Per quanto riguarda gli eventi meteo estremi, per i quali l’interesse risulta particolarmente alto per i potenziali impatti sul territorio e sulla vita delle persone, le statistiche disponibili risultano più limitate e quindi sono meno evidenti eventuali trend di medio periodo. Sul fronte delle precipitazioni intense si sono individuati comunque alcuni segnali di cambiamento significativi, soprattutto sugli eventi di breve durata, in termini di aumento di frequenza e intensità.
La tempesta Vaia in Veneto
Alla fine di ottobre 2018 una forte tempesta ha colpito la regione con intense precipitazioni e vento di scirocco che ha raggiunto intensità eccezionali.
Questo evento ha causato ingenti danni nel nord-est italiano, con la perdita di 8 milioni di metri cubi di alberi; in Veneto la tempesta ha devastato oltre 100.000 ettari di foresta.
Intense precipitazioni hanno colpito la regione: 715 mm di pioggia misurati in quattro giorni con una media di 30-50 mm in un’ora. Per molte stazioni di misura le precipitazioni totali registrate durante l’evento costituiscono il record assoluto dal 1992, da quando è cioè attiva la rete di monitoraggio di Arpa Veneto.
Il fattore dominante che ha causato la devastazione delle foreste è stato il vento molto forte; il 29 ottobre, soprattutto durante il pomeriggio, ha costantemente soffiato con intensità molto elevate, oltre 100 km/h per alcune ore, raggiungendo i valori massimi sulla scala internazionale di Beaufort, così da classificare l’evento come tempesta violenta o come uragano.
I picchi delle raffiche di vento, fino a quasi 200 km/h nell’area prealpina, hanno battuto tutti i record della serie di dati.