Nel periodo estivo Arpav intensifica i controlli sui depuratori che hanno lo scarico in prossimità della costa. Gli impianti vengono monitorati nelle condizioni più gravose di esercizio, ossia nel periodo in cui la presenza turistica fa aumentare in modo significativo i consumi di acqua ad uso civile e la conseguente quantità di acque reflue prodotte nelle località balneari. Inoltre, l’intensificazione dei controlli nel periodo estivo costituisce un presidio a tutela della qualità delle acque di balneazione.
Il Dipartimento provinciale Arpav di Venezia è impegnato nel controllo periodico degli scarichi dei depuratori delle acque reflue urbane presenti sul territorio. La periodicità dei controlli, ai sensi della normativa vigente, è proporzionale alla potenzialità degli impianti in termini di abitanti equivalenti.
Nel territorio della città metropolitana di Venezia ci sono 2 depuratori di acque reflue urbane, con scarico finale direttamente a mare, a cui si aggiunge un terzo depuratore che attualmente scarica in laguna di Venezia, in attesa del ripristino funzionale del recapito a mare. A questi si aggiungono altri depuratori il cui scarico finale avviene in corpi idrici superficiali, canali e fiumi, a breve distanza dalla foce nel mare Adriatico.
Nel periodo tra maggio e settembre i depuratori con recapito diretto in mare o in prossimità della costa sono controllati una volta al mese.
Per l’anno in corso, oltre ai controlli programmati, sono stati eseguiti due campionamenti aggiuntivi, mirati al monitoraggio dei parametri microbiologici a seguito delle abbondanti piogge del mese di maggio.
In presenza di forti precipitazioni, la capacità depurativa degli impianti è insufficiente a trattare l’intera portata di acque reflue, pertanto si attivano degli “sfiori” a monte dei trattamenti, con conseguente immissione di acque reflue non depurate all’interno della rete dei corpi idrici superficiali.
Conseguentemente, in tali casi, la problematica maggiore in termini di potenziale inquinamento dei corpi idrici non risiede nello scarico puntuale degli impianti di depurazione, ma nell’attivazione degli “sfiori” lungo la rete, oltre ad altre cause correlate al dilavamento meteorico di superfici, terreni, etc.
Le intense piogge di maggio hanno determinato, nelle analisi sulla balneazione, alcuni superamenti dei limiti di legge lungo diverse aree del litorale veneto maggiormente soggette ai conseguenti abbondanti apporti fluviali. L’esecuzione di campionamenti aggiuntivi ha rilevato superamenti dei limiti batteriologici con successiva ordinanza di divieto temporaneo alla balneazione. I successivi campionamenti aggiuntivi mostravano già il rientro dei valori entro i limiti di legge con successiva ordinanza di revoca di divieto da parte del Comune.