Nonostante un percorso frammentato e complesso, oggi il Sistema nazionale di protezione dell’ambiente c’è ed è una realtà che si è consolidata nel tempo, anche prima della legge 132/2016 e anche grazie al ruolo svolto dall’associazione delle Agenzie ambientali. C’è ancora molto da fare, dentro al Sistema e fuori.
L’istituzione delle Agenzie regionali e provinciali per l’ambiente, avviata nel 1995, si è conclusa solo nel 2006 in relazione alle diverse condizioni politico-amministrative che ne hanno determinato anche una certa eterogeneità di funzioni, compiti e capacità operative (in termini di personale trasferito e di dotazioni finanziarie). La costituzione del sistema territoriale è stata caratterizzata da tre momenti: un momento iniziale, nel 1995, con l’istituzione di 7 Agenzie, poi la costituzione di altre 12 Agenzie dal 1996 al 1999 e il completamento del quadro nazionale tra il 2001 e 2006, con Arpa Sicilia e Arpa Sardegna. È invece del 2008 la legge che “aggiorna” il sistema con la costituzione dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), istituto con un inquadramento giuridico di ente pubblico nazionale, diverso da quello delle Arpa/Appa.
Eppure, nonostante questo percorso frammentato e complesso, oggi il Sistema nazionale di protezione dell’ambiente c’è ed è una realtà che si è consolidata nel tempo, anche prima della legge 132/2016 e anche grazie al ruolo svolto da AssoArpa, l’associazione delle Agenzie ambientali nata alla fine degli anni 90 per promuovere iniziative di valorizzazione dei propri associati. Dal 2015 AssoArpa è giuridicamente riconosciuta e ha una autonomia che ha permesso di ampliare le attività per realizzare elevati livelli di integrazione e di sviluppo delle politiche delle Agenzie associate su alcuni temi quali, ad esempio, la gestione strategica, l’organizzazione del lavoro e lo sviluppo delle risorse umane, i sistemi di finanziamento delle attività e la quantificazione dei costi.
Aldilà del percorso istituzionale, il risultato di successo è quello di aver realizzato una rete di relazioni e di conoscenza che rappresenta il vero valore aggiunto per il paese. Il sistema Arpa/Appa/Ispra è oggi una forte comunità di professionisti molto qualificati e specializzati, delle più diverse discipline – sono chimici, fisici, biologi, geologi, tecnici della prevenzione, e anche medici, avvocati, comunicatori solo per citarne alcuni –, una comunità che ha saputo “fare rete” a livello nazionale e che trae dalla legge 132/2016 la legittimazione di quanto si stava già realizzando.
L’esigenza di acquisire autorevolezza e riconoscimento di “terzietà”, attraverso la capacità di assicurare efficacia e omogeneità di azione nel controllo e vigilanza ambientale, nonché di garantire il coordinamento con l’attività di prevenzione sanitaria, è stata una leva forte ancora prima della norma di istituzione del Snpa. Quest’evoluzione permette di mettere in valore – a favore di tutte le componenti del Sistema – le eccellenze riconosciute e peculiari di ciascuna Agenzia. Si pensi, ad esempio, ai recenti posizionamenti del Sistema in materie complesse, con normative di riferimento in continua evoluzione, quali le terre e rocce da scavo, le tematiche legate ai Pfas e in generale alle sostanze emergenti, oppure il tema dell’end of waste.
La presenza puntuale, l’articolato presidio dei territori e il rapporto proficuo con le sue comunità all’interno di un efficace coordinamento nazionale sono caratteristiche che con l’impostazione multidisciplinare fanno dell’Snpa una realtà unica nel paese. Non esiste l’equivalente in ambito sanitario, così come nel mondo della ricerca e dell’Università in altri settori.
Per questo, come AssoArpa abbiamo chiesto che nel nuovo contratto nazionale di lavoro Sanità vengano definiti i profili professionali dell’area tecnico-ambientale, per meglio descrivere e valorizzare le professionalità multidisciplinari degli operatori delle Agenzie. Un passaggio fondamentale che restituisce chiarezza, e contribuisce a far crescere lo spirito identitario nelle Agenzie.
Il recente protocollo d’intesa siglato con l’Istituto superiore di sanità – nato per promuovere e rafforzare un’azione sinergica e intersettoriale nel campo della prevenzione e della gestione dei rischi per la salute dovuti ai fattori ambientali antropici e naturali e ai cambiamenti climatici (secondo un modello coerente con gli obiettivi integrati dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile) – assume ulteriore rilevanza, perché può essere un’imperdibile occasione per “avvicinare” l’Iss al territorio attraverso la rete delle Agenzie ambientali.
Un altro progetto importante in fase di realizzazione, che non ha bisogno di decreti attuativi, è la realizzazione della rete nazionale di Laboratori accreditati, tenuti ad applicare metodi di analisi ambientali elaborati e approvati come metodi ufficiali di riferimento del Sistema. Il percorso avviato richiede ancora un forte impegno, una maggiore capacità di visione e di condivisione politico-strategica per mobilitare all’interno delle Agenzie le risorse necessarie affinché in tutto il paese si possano effettuare le analisi ambientali necessarie, con lo stesso livello di affidabilità e confrontabilità. La realizzazione di un sistema laboratoristico nazionale come infrastruttura a rete e a servizio del paese. Un sistema laboratoristico pubblico in grado di mettere in comune le conoscenze e le migliori esperienze per valorizzare le competenze e le specificità presenti e consolidate a livello locale.
Sta al Sistema creare le condizioni per costituire la rete dei laboratori organizzata su un ridotto numero di poli di eccellenza e di riferimento, perché è impensabile sostenere gli investimenti e i costi necessari in tutte le realtà regionali. Una soluzione ritenuta efficace per garantire a livello nazionale un servizio adeguato ed efficiente, finalizzato a ottimizzare le risorse ed elevare i livelli quantitativi e qualitativi delle prestazioni per il raggiungimento degli standard operativi richiesti dalla normativa europea.
Tuttavia, per avere un Sistema forte, in grado di rispondere alle esigenze del nostro “cliente” di riferimento principale – tutti i cittadini – servono altre risorse, e non vi è dubbio che il tema del finanziamento di Snpa sia critico. Come possiamo crescere armonicamente e in modo omogeneo sul territorio, come possiamo pensare di definire e applicare i Lepta (Livelli essenziali di prestazioni tecniche ambientali) senza adeguate e vincolate fonti di finanziamento?
Si può agire in diversi modi per aumentare o ribilanciare le risorse finanziarie “del” e “nel” Sistema (su questo stiamo lavorando per produrre proposte condivisibili), ad esempio agendo sulla definizione dei costi standard di prestazione, sul consolidamento e la distribuzione degli introiti aggiuntivi, sulla creazione di un fondo perequativo nazionale.
Assume a questo proposito particolare rilievo il recentissimo position paper di AssoArpa sulla devoluzione dei proventi derivanti dalle sanzioni generate dall’applicazione della “legge ecoreati” (L 68/2015). Il documento ipotizza alcune alternative sulle quali aprire un confronto con gli interlocutori istituzionali per la formulazione di emendamenti da inserire in un progetto o in una proposta di legge:
– prevedere che le somme in oggetto siano direttamente introitate dalle Agenzie regionali e delle Province autonome per la protezione dell’ambiente che abbiano agito come organo accertatore oppure di ente asseveratore delle prescrizioni tecniche
– prevedere la devoluzione pro-quota dell’importo fra organo accertatore ed ente asseveratore della prescrizione ambientale
– prevedere, in analogia alla procedura in materia della sicurezza e igiene del lavoro, che le somme in questione siano devolute alla Regione/Provincia autonoma di riferimento della competente Arpa/Appa.
In tutti i casi, prevedendo un possibile vincolo di destinazione al finanziamento delle attività delle agenzie ambientali.
È evidente come manchino ancora molti step per la piena realizzazione del Sistema nazionale di protezione ambientale. AssoArpa fa e farà la sua parte per garantire un percorso che sia il più rapido e il migliore possibile, potendo contare sul rilevante valore di quanto a oggi realizzato in 25 anni di sistema a rete per il paese.
Giuseppe Bortone
Presidente AssoArpa, direttore generale Arpae Emilia-Romagna
Scarica l’articolo (pdf)
Vai a Ecoscienza 3/2019