Il 14 maggio l’Abruzzo è stato interessato da un nuovo episodio di trasporto naturale di polveri, questa volta di origine sahariana. Gli effetti si sono rilevati soprattutto nelle aree interne: a L’Aquila la concentrazione di particolato PM10 ha raggiunto il valore di 57 microgrammi per metro cubo come media giornaliera, superando di poco il valore limite di 50; a Montesilvano, invece, si è registrata una concentrazione di circa 40 µg/m3.
Il fenomeno è stato ricostruito e interpretato grazie alla collaborazione con il CETEMPS, il Centro di eccellenza per la previsione di eventi meteo severi dell’Università dell’Aquila: le masse d’aria desertiche, contenute dalla dorsale appenninica, hanno fatto ingresso in Abruzzo da ovest dando così ragione del maggior interessamento dell’area montana rispetto a quella costiera.
20200516_06_AL_polveri_desertiche_aq_all_01Nel documento sono riportate le misure effettuate e le valutazioni meteorologiche.
E’ la seconda volta che nel 2020 accade un episodio di questo tipo: il precedente, a fine marzo, era dovuto a polveri asiatiche e venne registrato addirittura su scala nazionale.
E’ bene ricordare che il Decreto Legislativo 155/2010 stabilisce che i superamenti dovuti a fenomeni di origine naturale non siano considerati per il raggiungimento del numero massimo di superamenti (35 nell’anno solare) del valore limite giornaliero per il PM10.