Le misure delle concentrazioni dei gas contenuti nelle carote glaciali antartiche mettono in evidenza che il recente aumento della concentrazione della CO2 atmosferica è senza precedenti negli ultimi 800.000 anni. La caratteristica più rilevante del clima in Italia nel 2016, che si è poi riaffermata con ancor maggiore intensità nel primo semestre del 2017, è stata la persistenza di condizioni siccitose; al contempo, non sono mancati eventi di precipitazione di forte intensità.
Il recente aumento della concentrazione media globale della CO2 atmosferica (oltre 400 ppm, giugno 2017) è stato senza precedenti negli ultimi 800.000 anni e la temperatura media annuale globale ha segnato nel 2016 un nuovo record per il terzo anno consecutivo.
In Italia, la caratteristica più rilevante del clima nel 2016, che si è riaffermata con ancor maggiore intensità anche nel primo semestre del 2017, è stata la persistenza di condizioni siccitose e al contempo la presenza di precipitazioni
di forte intensità.
Nell’andamento decrescente delle emissioni di gas serra (-25,4% nel periodo 2004-2015; -16,7% nel periodo 1990-2015), dal 2014 al 2015 si è registrato un incremento (+2,3%), come probabile effetto di una ripresa economica.
Dei 197 Paesi che hanno sottoscritto l’Accordo di Parigi, 168 lo hanno ratificato e 163 hanno comunicato le azioni che si impegnano a mettere in atto per il raggiungimento degli obiettivi previsti dall’Accordo (ottobre 2017). Il recente annuncio del ritiro degli Stati Uniti dall’Accordo rappresenta un serio elemento di negatività, che comporterà un forte indebolimento nella lotta
ai cambiamenti climatici.
Nell’ambito della Strategia energetica nazionale 2017, sono in corso di definizione i Regolamenti per la riduzione dei gas serra: l’obiettivo relativo alle industrie energetiche e alle grandi industrie (riduzione del 43%) sembra facilmente raggiungibile attraverso l’espansione delle rinnovabili e un cambiamento del mix delle fonti fossili utilizzate, mentre quello riguardante gli altri settori emissivi (riduzione del 33%) potrebbe richiedere interventi più impegnativi.
Il ministero dell’Ambiente sta inoltre predisponendo il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici.
Riguardo la necessità di una “Rivoluzione della sostenibilità” per rivolvere i cambiamenti climatici e le loro terribili conseguenze, mi sembra possa essere utile il commento che ho lasciato in relazione al club di Roma, che cerca di innescarla a livello sovranazionale da molti decenni: non conoscevo il club di Roma sino a quando non ne ho sentito parlare a Rai Radio 3 qualche mese fa, e anche in quel momento ne fui molto colpita. E’ meraviglioso che il promotore di un pensiero così orientato alla vita di tutti gli esseri umani sia venuto proprio da un industriale, che come altri uomini fortunati dell’epoca più recente quali Bill Gates ed, in Italia, con le dovute proporzioni, Della Valle, ha valicato il cerchio dell’egoismo e ha speso la sua vita e la sua fortuna di essere umano anche a servizio degli ALTRI. Spero veramente che tutti gli studiosi e le studiose che hanno quest’indole e spendono la propria energia ed il proprio pensiero in quella direzione riescano a fare breccia nei sistemi di potere che hanno di solito l’obiettivo di arricchire un gruppo ristretto di uomini e donne sfruttando tutto ciò che hanno intorno, non solo altri uomini ma anche tutti gli altri esseri viventi , oltre alla vegetazione, ai sistemi idrici ed all’atmosfera, basando questo sfruttamento evidentemente sulla violenza. Voglio solo inserire un piccolo suggerimento personale riguardo la possibilità di innescare il cambiamento, che credo sia quello più difficile, intendo dire iniziare: credo ci sia bisogno di una crescita spirituale di ogni individuo, almeno di coloro che si sono liberati del problema della sussistenza che, restituendo le giuste risorse economiche a chi invece tuttora è oppresso dal bisogno, possa successivamente a sua volta occuparsi della propria crescita spirituale. Mi viene da pensare, oltre naturalmente al mondo spirituale del cristianesimo che ha contribuito a portare condivisione, a quel mondo costituito dai monaci e monasteri tibetani che ha saputo conservare intatto la ricerca spirituale del buddismo in origine indiano, che faceva entrare nei propri monasteri bambini indipendentemente dall’estrazione sociale, e che è promotore, in analogia con l’attuale pensiero sulla natura di questi studiosi del club di Roma, di una sorta di “ecologia della salvezza” (secondo una definizione datane dal maestro della Gestalt Claudio Naranjo). Sono venuta a conoscenza che questo sistema spirituale è partito, analogamente alla “rivoluzione” della sostenibilità, a partire da una “rivoluzione” sociale in senso spirituale che aveva voluto cambiare, 1200 anni fa, una situazione sociale che vedeva il giovane schiacciare l’uomo anziano, il forte schiacciare il debole, partendo quindi da una situazione sociale terribile. Quella rivoluzione è stata possibile, è riuscita! (E quella civiltà è adesso così pericolosamente a rischio di estinzione a causa dell’invasione e oppressione della Cina!). Quindi dobbiamo credere che anche la rivoluzione della sostenibilità ambientale sia possibile, se è stato possibile modificare lo spirito di un popolo! Ci dobbiamo credere. Credo però che quella spirituale “individuale”, allargandosi, diventando di più ampi gruppi sociali, possa soffiare sul fuoco di questa nostra rivoluzione di oggi e farlo divampare. Cito da una canzone che amo: “Biko” di Peter Gabriel, questa frase: “You can blow out a candle but you can’t blow out a fire. When the flame begins to catch, the wind (consapevolezza) will blow it higher”.