Sette anni, 46 giorni e diverse ore… così segna ora il “Climate clock” ed è questo il tempo che ci resta per cambiare rotta, per fermare l’aumento delle temperature. Un aumento che ogni giorno lascia dietro di sé un impatto, dei mutamenti anche sul nostro territorio, perché il legame tra cambiamento climatico e dissesto idrogeologico c’è… e si vede.
Gli impatti dei cambiamenti climatici sono quindi tutti quegli effetti sulla vita, la salute o gli ecosistemi causati da eventi o cambiamenti meteorologici o climatici estremi che hanno luogo in un periodo di tempo specifico.
È possibile vedere come questi si intrecciano con quelli sul dissesto idrogeologico in atto in Italia?
Proveremo a fare una mappa “personalizzata” utilizzando uno strumento davvero esclusivo e strategico: è la sezione “crea la tua mappa” dell’Eco@tlante.
Partiamo quindi utilizzando alcuni “layer”, gli strati informativi, messi a disposizione dalle tematiche “Cambiamento climatico” e “Fragilità del territorio” inserendo rispettivamente i dati della “Temperatura media diurna estiva al suolo” con quelli degli “Edifici a rischio alluvioni”.
Ebbene la mappa, anche grazie alla legenda, mostra alcuni luoghi colorati da un rosso intenso, e quindi dove le temperature medie sono di 36/46 gradi, e permette di vedere, ad esempio, se nella stessa zona ci sono edifici con il maggior rischio di alluvioni, riportati con la colorazione viola.
Secondo gli ultimi dati sul dissesto idrogeologico in Italia nel 2021 oltre 540 famiglie e 1.300.000 abitanti vivono in zone a rischio frane mentre circa 3 milioni di famiglie e quasi 7 milioni di abitanti sono residenti in aree con possibili alluvioni.
Aggiungiamo quindi alla mappa il layer delle “Famiglie a rischio alluvioni”: ecco che anche in questo caso uno specifico colore sulla mappa individua le aree della nostra Penisola con il maggior numero di famiglie a rischio alluvioni in aree a pericolosità media.
Ancora, provando altri strati informativi, possiamo aggiungere, per esempio, i dati sulla “anomalia della precipitazione cumulata annuale 2020” o quelli sui “Beni culturali a rischio alluvioni”.
Proprio su questi ultimi ricordiamo che sono poco meno di 34 mila nello scenario a pericolosità media, arrivando a quasi 50 mila in quello a scarsa probabilità di accadimento (eventi estremi).
Per la loro salvaguardia è importante valutare anche il contesto meno probabile, perché in caso di evento, i danni prodotti al patrimonio culturale sarebbero comunque inestimabili ed irreversibili.
Riguardo invece i dati sullo stato e sui cambiamenti in prossimità della riva, nel periodo 2007-2019, risultano in avanzamento quasi il 20% dei litorali nazionali mentre sono in arretramento il 17,9%.
Aggiungendo quindi alla mappa anche il layer del “Trend della variazione del livello del mare (1993-2020) possiamo vedere come le nostre coste hanno una variazione più alta (colorazione arancione) così come del resto lo sono i dati della temperatura media per il 2020.
Quanto risulta da questo primo approccio con la sezione “crea la tua mappa” dell’Eco@Atlante è sicuramente una novità assoluta: il puzzle colorato che si presenta ai nostri occhi per la prima volta svela un mondo di dati che sono davvero “riconoscibili”. Perché una cosa è leggere un numero, altro discorso è guardare “in faccia” cosa rappresenta: e grazie alla cartografia personalizzata tutto diventa comprensibile e più facile.
Adriana Angelini – Ispra
Vai alle istruzioni (anche video) per comporre la propria mappa sull’EcoAtlante