E’ finito nelle acque del Pacifico all’alba del 2 aprile il rientro incontrollato della stazione spaziale cinese. Sul sito di Ispra un resoconto del Tavolo tecnico di emergenza.
L’eccezionalità dell’evento ha richiesto un coordinamento straordinario fra le strutture di protezione civile di diversi Paesi sui quali appariva possibile l’impatto in base ai calcoli della traiettoria o, per lo meno, l’arrivo di frammenti del satellite disintegrato. Tra questi anche l’Italia: a partire dal pomeriggio di giovedì 29 marzo è stato attivato presso la Protezione Civile un tavolo tecnico di emergenza costituito, oltre che dal Dipartimento, dall’Agenzia spaziale italiana, dall’Enac, Enav, da Ispra, Snpa e dai rappresentanti della Presidenza del consiglio e dei dicasteri dell’Interno, della Difesa e degli Esteri.
Sebbene le stime avessero escluso l’Italia come luogo di schianto della stazione cinese (le probabilità oscillavano tra lo 0,1 e lo 0,2 %), a meno di 24 ore dall’impatto, i tecnici del Tavolo di emergenza hanno definitivamente escluso che questo avvenisse in territorio italiano ma che non fosse improbabile l’arrivo di frammenti sulle regioni del Centro -Sud Italia.
Con circa un’ora di anticipo rispetto alle previsioni, il rientro della stazione spaziale cinese “Tiangong 1” è quindi avvenuto lunedì 1 aprile alle 2.16 (ora italiana) nelle acque del Pacifico meridionale. Tutti gli aggiornamenti in tempo reale sul sito dell’Ispra.