E’ stato il primo convegno, in Campania, organizzato per discutere del futuro del Snpa. A promuoverlo, lo scorso 27 luglio a Giugliano, la Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti.
E’ la prima volta, dall’istituzione del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente, che in Campania si tiene un confronto pubblico sul ruolo delle agenzie ambientali nella nuova prospettiva aperta dalla legge 132 del 2016. E’ accaduto lo scorso 27 luglio a Giugliano, terza città della regione per numero di abitanti, luogo-simbolo dell’emergenza rifiuti che si è consumata in un recente passato. A scegliere il comune del Napoletano come cornice per un tema ormai ben presente nell’agenda delle istituzioni nazionali, è stata la Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, presieduta da Alessandro Bratti, che dell’incontro è stato moderatore. Il giorno prima, la Commissione Ambiente della Camera dei deputati ha approvato la risoluzione con cui, tra l’altro, sollecita il governo a emanare i decreti attuativi della legge 132.
In questo scenario, il commissario dell’Arpa Campania, Stefano Sorvino, è intervenuto accanto a rappresentanti di altre istituzioni in prima linea nella prevenzione e repressione degli ecoreati. Tra questi, le parlamentari Paola Nugnes e Giovanna Palma, inoltre il procuratore aggiunto Domenico Airoma in rappresentanza della Procura di Napoli Nord e Sergio Costa, comandante regionale dei Carabinieri forestali.
Numerosi del resto i magistrati presenti, alcuni di questi collaboratori della stessa Commissione d’inchiesta, come Giuseppe Battarino, Egle Pilla, Domenico Musto. Gli esponenti della magistratura hanno ribadito un aspetto: se viene consacrata, nel nostro ordinamento, l’esistenza di un sistema per la protezione dell’ambiente, per i giudici diventa più che mai naturale rivolgersi, per il supporto alle indagini, alle agenzie ambientali: un interlocutore privilegiato da preferire, se possibile, ai periti. Battarino si è spinto ad auspicare che l’implementazione del Snpa, anche indipendentemente dall’approvazione dei decreti attuativi, sia portata avanti dalle stesse agenzie, «per via organizzativa e con modalità, se vogliamo, anche un po’ aggressive».
Sorvino, presente anche su delega del vicepresidente Snpa Luca Marchesi, ha avvalorato la possibilità che siano le stesse agenzie ambientali a farsi protagoniste della realizzazione del Sistema, anche con propri atti organizzativi. Il commissario Arpac ha poi ricordato che la riforma delle agenzie ambientali poggia sul concetto di Lepta, i livelli essenziali delle prestazioni tecniche ambientali che, nelle intenzioni del legislatore, dovrebbero essere per l’ambiente quello che i Lea sono per la sanità: standard minimi di funzionamento del settore pubblico, da garantire su tutto il territorio nazionale.
«Ma – ha aggiunto il commissario – in una regione come la Campania, dove le criticità ambientali raggiungono densità notevoli, non è possibile attuare i Lepta a risorse finanziarie invariate». Sorvino ha ricordato anche che una legge statale (la legge speciale sulla Terra dei fuochi) attribuisce direttamente all’Arpa Campania alcuni compiti, caso forse unico tra le agenzie regionali. L’avvocato al vertice dell’Arpac ha poi brevemente raccontato l’estate attuale, quella degli incendi su vasto fronte, con la richiesta continua di dati sulla qualità dell’aria, che proviene dalle popolazioni esposte. «Non è mia intenzione scadere nella litania», ha detto Sorvino. «Ma a fronte di questi scenari, si pone oggettivamente un problema di adeguamento delle risorse umane e strumentali a disposizione dell’Agenzia». In particolare, il commissario ha lamentato la carenza di personale tecnico, soprattutto delle aree territoriali: parliamo, cioè, dei tecnici che compiono sopralluoghi e prelievi sul campo.
Del resto sia la legge 68 del 2015 sugli ecoreati, che la stessa legge 132 del 2016, implicano nuovi impegni per le agenzie ambientali. La legge sugli ecoreati, come è noto, ha introdotto nuove figure di reato e inoltre prevede il coinvolgimento delle Arpa, come organi di valutazione tecnica, nelle cosiddette procedure di estinguibilità: alcuni illeciti, di entità non grave, possono essere, per così dire, perdonati, dietro il pagamento di una sanzione e con il rispetto di alcune prescrizioni, per evitare di continuare a inquinare. In questo tipo di procedure, le Arpa sono spesso chiamate a certificare il rispetto delle prescrizioni. Il che si traduce in un ulteriore fronte di impegno, a cui ipoteticamente potrebbero anche aggiungersi le funzioni di polizia giudiziaria che la legge 132, per ora in linea teorica, permette di assegnare al personale delle agenzie.
Insomma, tante le aspettative che vengono riposte sul Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente, soprattutto da parte dei cittadini e della magistratura (ma non solo). In un territorio dove le preoccupazioni per l’ambiente sono pane quotidiano di quanti operano nella comunità, il convegno di Giugliano è stata indubbiamente una rappresentazione evidente di questo clima di attesa.
Luigi Mosca – Arpa Campania – l.mosca@arpacampania.it