Il consumo di suolo in Italia continua a crescere, pur segnando un importante rallentamento negli ultimi anni: tra il 2015 e il 2016 le nuove coperture artificiali hanno riguardato circa 5.000 ettari di territorio, ovvero in media poco meno di 30 ettari al giorno: circa 3 m2 di Suolo consumato a livello nazionale.
Dal Rapporto Ambiente Snpa 2018, volume Ambiente in primo piano: indicatori e specificità regionali.
Dopo aver toccato anche gli 8 m2 al secondo degli anni 2000 e il rallentamento iniziato nel periodo 2008-2013 (tra i 6 e i 7 metri quadrati al secondo) il consumo di suolo avviene quindi, negli ultimi due anni, ad una velocità ridotta, più che sufficiente comunque per continuare a coprire ininterrottamente aree naturali
e agricole con asfalto e cemento, edifici e fabbricati, servizi e strade.
Le cause sono l’espansione di aree urbane, spesso a bassa densità, e la costruzione di nuove infrastrutture, di insediamenti commerciali, produttivi e di servizio. Il fenomeno appare in crescita ma con un sensibile rallentamento nella velocità di trasformazione, probabilmente dovuto alla attuale congiuntura economica più che ad una reale aumentata sensibilità ambientale verso le problematiche della conservazione del suolo e della sua funzionalità.
A tutela della biodiversità, nel nostro Paese sono presenti 871 aree protette, che occupano una superficie a terra di oltre 3 milioni di ettari.La Rete Natura 2000, costituita da Zone di Protezione Speciale (ZPS), Siti di Importanza Comunitaria (SIC) e Zone Speciali di Conservazione (ZSC), al netto delle sovrapposizioni, comprende 2.609 siti che occupano una superficie di 6.412.234 ha, di cui 5.824.434 a terra. Le superfici a mare tutelate includono anche 27 Aree Marine Protette.
In Italia sono state censite 620.796 frane che interessano un’area di circa 23.700 km2, pari al 7,9% del territorio nazionale. Le tipologie di movimento più frequenti, classificate in base al tipo di movimento prevalente, sono gli scivolamenti rotazionali/traslativi (31,9%), i colamenti rapidi (15,0%), i colamenti lenti (12,7%), i movimenti di tipo complesso (9,5%) e le aree soggette a crolli/ribaltamenti diffusi (8,9%).
- Rapporto ambiente – SNPA. Ambiente in primo piano: Indicatori e specificità regionali
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