E’ confermato l’andamento decrescente dei livelli atmosferici di PM10, coerentemente con quanto osservato in Europa nell’ultimo decennio, come risultato della riduzione congiunta delle emissioni di particolato primario e dei principali precursori del secondario (ossidi di azoto, ossidi di zolfo, ammoniaca). Tuttavia sembra molto difficile rispettare gli obiettivi più sfidanti della normativa.
Dal Rapporto Ambiente Snpa 2018, volume “Ambiente in primo piano: indicatori e specificità regionali”.
L’andamento decrescente dei livelli atmosferici di PM10 prosegue, coerentemente con quanto osservato in Europa nell’ultimo decennio, come risultato della riduzione congiunta delle emissioni di particolato primario e dei principali precursori del secondario (ossidi di azoto, ossidi di zolfo, ammoniaca). Tuttavia, avendo come orizzonte temporale il 2020, in riferimento all’esposizione a breve termine della popolazione, oltre al lontanissimo obiettivo di raggiungere i livelli raccomandati dall’OMS (nell’81% dei casi si registrano oltre tre superamenti della soglia di 50 μg/m³ per la media giornaliera), anche rispettare l’obiettivo previsto dalla normativa (non più di 35 superamenti della soglia di 50 μg/m³ in un anno) su tutto il territorio nazionale sembra piuttosto difficile, nel 2015 non era rispettato nel 40% dei casi.
per rispettare i 35 superamenti occorre scendere a medie annuali nell’ordine di 30 microg/m3. Non facile!
Esatto. Di solito una media annuale sotto i 27-29 microg/m3 porta al rispetto del limite sui 35 superamenti. Obiettivo difficile, ma non impossibile se si agisce su più fronti.