Stefano Laporta, Presidente Ispra e Presidente del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA), è intervenuto alla presentazione dell’Annuario 2022 ringraziando il Presidente della Regione Toscana, presente all’evento, per l’attenzione riservata ai temi ambientali e l’Agenzia regionale e i colleghi e colleghe di ARPAT per l’Annuario che costituisce un documento di sintesi dell’attività svolta ed un momento di discussione e stimolo per l’attività futura.
In particolare Laporta ha sottolineato come questo documento, la diffusione dei dati ambientali e l’attività quotidiana del personale dell’Agenzia della Toscana e del SNPA, con i quasi 11 mila lavoratori, contribuiscano a creare un legame di fiducia tra cittadini e istituzioni che rende possibile e credibile il percorso verso lo sviluppo sostenibile e la transizione ecologica, unica strada per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità ambientale.
Dopo aver ricordato i compiti e le competenze del SNPA, con 200 sedi operative sul territorio nazionale, e messo in evidenza l’importanza dell’attività di produzione e diffusione dell’informazione ambientale, ha precisato come l’attività di reporting ambientale, costituita da veri e propri documenti tecnico-scientifici, ha acquisito, oggi, un’accezione più ampia: “informazione e comunicazione sull’ambiente” che deve essere resa disponibile e fruibile, non solo per obbligo di legge, a tutti i cittadini.
Per comprendere la natura complessa dei fenomeni ambientali e la sfida dei cambiamenti climatici Ispra ha messo a punto una serie di strumenti di monitoraggio: indicatori, indici, modelli, previsioni e scenari di cui si avvale il decisore politico per verificare e prevedere politiche adeguate.
Questi indicatori sono in continuo aggiornamento anche in considerazione delle situazioni nuove ed emergenti, come la Pandemia e la crisi energetica, che si affacciano, e richiedono una lettura coerente con il contesto emergente; come, del resto, cerca di fare anche l’Annuario dei dati ambientali della Toscana 2022 quando raffronta gli stati ambientali e gli effetti dei cambiamenti climatici.
Il Presidente, nel suo intervento, si è soffermato su alcuni dati del quadro nazionale mettendoli in relazione con quelli regionali presentati nell’Annuario 2022, mettendo in evidenza sia i trend positivi della Toscana su alcuni indicatori di qualità dell’aria, acque di balneazione, indice biologico per le acque marino costiere che le criticità sulla quantità di rifiuti spiaggiati, consumo di suolo e produzione di rifiuti urbani.
In particolare per l’inquinamento atmosferico, pur rappresentando il 2021 un anno particolare che risente dell’emergenza pandemica, il quadro nazionale in confronto con quello regionale mostra:
- per il PM10, a livello nazionale il superamento del valore limite giornaliero (50 µg/m³ da non superare per più di 35 giorni l’anno) si registra nel 22% delle stazioni di monitoraggio, mentre in Toscana tale limite massimo è stato complessivamente rispettato in tutte le stazioni della Rete regionale eccetto che in una stazione della Zona del Valdarno Pisano e Piana Lucchese;
- per il biossido di azoto, il valore limite annuale, pari a 40 µg/m³ come media annua, è superato in 20 stazioni (3,3%) a livello nazionale e lo stesso andamento si registra in Toscana dove il valore limite di 40 µg/m³ come media annuale è stato rispettato in tutte le stazioni eccetto che in una delle stazioni di traffico dell’agglomerato di Firenze;
- per l’ozono, pur registrando la criticità sia a livello nazionale che regionale, nel primo caso il valore obiettivo OMS per la protezione della salute umana è superato nel 94% di stazioni a livello nazionale, mentre in Toscana questa percentuale scende al 40% delle stazioni per il valore obiettivo per la protezione della popolazione e al 60% delle stazioni per il valore obiettivo per la protezione della vegetazione.
Per le acque marino costiere, Laporta si è soffermato sulla Posidonia oceanica, che svolge un importante ruolo di indicatore biologico della qualità delle acque, e sull’indice PREI (Posidonia oceanica Rapid Easy Index) utilizzato per classificare lo stato di qualità ecologico dei corpi idrici marino-costieri. Il quadro che emerge a livello nazionale, per il periodo 2016-2019, registra l’80% delle stazioni nello stato ”buono” ed “elevato”, tuttavia il 20% delle stazioni è in stato “sufficiente”, quindi al di sotto dell’obiettivo normativo prefissato. Dal monitoraggio regionale invece emerge che in Toscana, nel 2021, lo stato di qualità ecologica di questa pianta marina è risultato sempre compreso tra buono ed elevato, i dati raccolti sono in linea con quelli degli anni precedenti (2019 e 2020) e indicano un buon stato di “salute” delle praterie di Posidonia nel mare della Toscana.
Per le acque di balneazione emerge un dato positivo sia nazionale che regionale. A livello nazionale la maggior parte delle acque di balneazione è in classe eccellente (88%), permangono ancora delle criticità dovute alle presenze di acque in classe scarsa (2% circa) e non classificabili (1% circa), per le quali non è possibile esprimere un giudizio di qualità. In Toscana si registra un’ ottima situazione di qualità delle acque di balneazione che nel 2021 si è mantenuta ad un livello molto elevato con il 96% delle aree e quasi il 99% dei km di costa controllati che si collocano in classe “eccellente”.
Tra le criticità che sono confermate sia a livello nazionale che regionale vi è l’indicatore relativo ai rifiuti spiaggiati, monitorati dall’Agenzia nell’ambito della Strategia marina dell’Unione europea.
In particolare la densità di rifiuti lungo le coste italiane si conferma, anche nel 2021, molto alta (mediana di 273 rifiuti ogni 100 m) rispetto al valore soglia stabilito a livello europeo per il conseguimento del Buono Stato Ambientale (20 oggetti/100 m). In Toscana questo valore mediano è leggermente superiore, si sono registrati 400 oggetti (in media), in plastica, vetro, carta, legno, tessuto ecc., ogni 100 metri di spiaggia nelle zone di campionamento. Su questo tema, precisa Laporta, è necessario intervenire anche attraverso l’informazione e la comunicazione perché nella gran parte dei casi sono fenomeni legati a comportamenti poco attenti da parte dei cittadini.
Sul tema del consumo di suolo, risorsa preziosissima e non rinnovabile, Ispra ha registrato un consumo netto nel corso del 2021 di 6.334 ettari di territorio, ovvero, in media, oltre 17 ettari al giorno e 2 metri quadrati al secondo, causando la perdita spesso irreversibile di aree naturali semi-naturali e agricole e dei loro rispettivi servizi ecosistemici. In Toscana sono stati consumati, in termini assoluti, circa 141.827 ettari di suolo, il 6,17% del territorio regionale, un dato leggermente al di sotto di quello nazionale pari al 7,13%.
Infine sul tema dei rifiuti urbani, i dati, mostrano che, in Toscana, la produzione di rifiuti urbani pro-capite è stata pari a 587 kg per abitante, valore che si attesta sopra la media nazionale pari a 488 kg per abitante (il calcolo viene fatto sul numero di cittadini residenti che non tiene conto dell’apporto del turismo). La percentuale di raccolta differenziata in Toscana si attesta al 62,2% della produzione totale dei rifiuti urbani, leggermente al di sotto della media nazionale, pari a 63% con una crescita ancora non sufficiente a raggiungere anche a livello nazionale l’obiettivo del 65%.
Infine Laporta ha concluso l’intervento soffermandosi, come aveva già fatto anche il Presidente della Regione Toscana, sul tema dei cambiamenti climatici ed in particolare sull’aumento della temperatura media che, negli ultimi trenta anni, in Italia è stato quasi sempre superiore a quello medio globale sulla terraferma. Nel 2021 l’anomalia, rispetto alla media climatologica 1991-2020, della temperatura media in Italia (+0,23 °C) è stata superiore a quella globale sulla terraferma (+0,40°C).