Clara era il nome del giovane esemplare di avvoltoio in via d’estinzione, appena rilasciato in natura dall’Ispra, trovato morto in provincia di Trapani con in corpo numerosi pallini.
Ispra denuncia il grave episodio di bracconaggio avvenuto in Sicilia nei giorni scorsi. Clara era stata rilasciata in natura lo scorso mese di agosto nel Parco della Murgia Materana, insieme alla sorella Bianca. Al momento i due esemplari erano in volo sulla Sicilia alla volta del Nord Africa. I loro movimenti erano monitorati 24 ore su 24 dai ricercatori dell’Ispra, grazie al sistema GPS posizionato sull’animale, così verificando, in tempo reale, la rotta seguita. Ad eseguire l’operazione di rilascio i ricercatori dell’Ispra e il Centro Rapaci Minacciati di Grosseto.
Il corpo di Clara è stato ritrovato dai Carabinieri forestali di Palermo dopo circa due settimane dal primo volo, a seguito della segnalazione effettuata dai ricercatori dell’Istituto. L’esemplare, appartenente ad una specie particolarmente protetta, è stato sottoposto subito a radiografia e l’esame ha confermato la presenza di numerosi pallini nel corpo. Il corpo del capovaccaio abbattuto illegalmente è sotto sequestro ed è stata aperta un’indagine per rintracciare gli autori del grave episodio. Grazie ai segnali GPS, infatti, sono noti luogo e momento dell’uccisione; questo strumento consentirà di verificare la presenza di celle telefoniche nell’area dove è avvenuto l’abbattimento.
Si tratta di un grave atto di bracconaggio contro una specie in via d’estinzione appartenente alla famiglia degli avvoltoi, alla cui reintroduzione in natura sta lavorando Ispra nell’ambito del progetto europeo LIFE “Egyptian vulture” (nome con cui è conosciuta la specie a livello internazionale).
Ispra fornirà tutta la collaborazione tecnico scientifica alle autorità per le indagini in corso. Oltre ad essere pienamente coinvolto nell’attività di contrasto al bracconaggio, promossa dal Ministero dell’ambiente, l’Istituto ritiene quanto accaduto un atto di enorme gravità nel contesto delle intense attività di conservazione degli avvoltoi che la UE promuove grazie al finanziamento di progetti europei. Il capovaccaio è una delle specie più a rischio di estinzione a livello internazionale. In Italia si è assistito al crollo drammatico della popolazione di questa specie, che è passata da diverse centinaia di coppie, all’inizio del Novecento, a meno di 15 ai giorni nostri.
Ispra auspica la massima collaborazione e sensibilizzazione affinché simili episodi non debbano ripetersi in futuro nel nostro Paese.
La caccia deve essera abolita!!!!!!
Non ci sarà mai scampo per gli animali indifesi benchè monitorati si arriva sempre troppo tardi…..
Sono d’accordo con Rosalba, la caccia deve essere abolita. Chi uccide un animale sta gustando il proprio potere che gli deriva dal possedere coscienza e pensiero, oltre ad un fucile, che vengono utilizzati per sparare. Ma a questa persona sfugge che su questa terra gli esseri animali ed umani fanno parte di un’ unica grande famiglia. Nessuno è a servizio di qualcun altro. Se avesse un minimo di spiritualità dentro di sé comprenderebbe che l’uccisione di uno di essi non è indolore, né per l’animale, evidentemente, né per il cacciatore, la cui coscienza, ossia la cui mente, ne viene sporcata, a proprio discapito. Quando si uccide un animale, quindi, bisognerebbe scusarsi con lui nel nostro intimo ed essere certi di averlo fatto solo in quanto, non avendo altre risorse, era a rischio la nostra sopravvivenza. Molte persone, inoltre, trovano intelligentemente soluzioni alternative per rendere sicura la propria sopravvivenza.