È iniziata sabato 19 settembre, la campagna per la mappatura dei fondali del Golfo di Follonica, con l’obiettivo di verificare l’eventuale presenza di ulteriori balle di combustibile solido secondario (CSS), oltre a quelle individuate e recuperate nello scorso mese di agosto.
Il Comitato di Indirizzo, convocato nei giorni scorsi dal Capo del Dipartimento della protezione civile, Angelo Borrelli, coordinatore degli interventi di recupero delle ecoballe disperse dalla motonave Ivy, ha approvato il piano operativo elaborato dai tecnici dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) e delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera. La nuova fase operativa prevede ulteriori ricerche, mediante l’utilizzo di sonar multibeam, su 2 aree di mare complessivamente di circa 55 km², complementari alle aree già investigate dalla Marina Militare, che sono state individuate prendendo in considerazione elementi cartografici, tecnici e documentali.
Durante le prossime due settimane, sarà condotta quindi una campagna di prospezioni elettroacustiche con sonar multibeam, mediante l’utilizzo contemporaneo di due imbarcazioni messe a disposizione da Ispra, nave Astrea e nave Lighea, che ospiteranno a bordo, oltre al personale dell’Istituto, ricercatori e tecnici del Cnr e di Arpa Toscana, con il supporto dei sommozzatori della Guardia Costiera che verificheranno i target individuati. Al termine dell’indagine sarà possibile disporre di una mappa tridimensionale delle aree, con la precisa posizione delle eventuali ecoballe individuate, oppure di poter, ragionevolmente, escluderne la presenza qualora non trovate.
Questa tipologia di attività va ad integrare le precedenti operazioni, iniziate il 6 agosto, che hanno visto gli assetti specializzati della Marina Militare impegnati nelle fasi di ricerca, localizzazione, identificazione e recupero e che hanno portato al ripescaggio di 12 ecoballe. Col successivo dispiegamento di Nave Anteo e un cacciamine della Marina Militare, riprenderanno quindi le operazioni di recupero della balla infangata già individuata ad agosto ed eventualmente di quelle identificate dai nuovi rilievi in corso, continuando a garantire così le più elevate condizioni di sicurezza per i sommozzatori e contenendo al massimo i possibili rischi di dispersione durante le operazioni di ripescaggio.
I lavori finora portati avanti, coadiuvati da un continuo monitoraggio e controllo da parte di ricercatori e tecnici ISPRA e ArpaT, hanno permesso il recupero e la messa a dimora, nel sito temporaneo di stoccaggio, di circa 15 tonnellate di rifiuti, su cui sono in corso le attività propedeutiche al loro corretto smaltimento.