Accelerare la bonifica e la messa in sicurezza di luoghi sensibili come scuole e ospedali, realizzare nuovi siti di smaltimento, promuovere la ricerca di metodi di inertizzazione, investire nella mappatura dei siti, rinnovare la commissione nazionale amianto: sono queste le principali priorità di intervento.
Gli ultimi sei anni rappresentano per le questione legate all’amianto in Italia un arco temporale durante il quale, pur tra blocchi e accelerazioni, il governo e le istituzioni locali hanno preso impegni importanti. Il punto di partenza può essere individuato nel giugno 2012 con la pubblicazione da parte del ministero della Salute del Quaderno n. 15 Stato dell’arte e prospettive in materia di contrasto alle patologie asbesto-correlate, che ha delineato lo stato delle conoscenze e formulato proposte di intervento in merito a tematiche sanitarie, ambientali, previdenziali e legislative.
Nel novembre dello stesso anno, il Ministero organizzò a Venezia la II Conferenza governativa sull’amianto, dalla quale scaturì la decisione di redigere il primo Piano nazionale amianto (Pna) sotto il coordinamento dei ministeri della Salute, Ambiente e Lavoro. Il piano fu adottato dal governo Monti il 21 marzo 2013, ma si arenò il mese successivo dopo essere stato sottoposto alla Conferenza unificata. L’iniziativa del governo si mosse sulla scia della risoluzione Minacce per la salute sul luogo di lavoro legate all’amianto e le prospettive di eliminazione di tutto l’amianto esistente approvata dal Parlamento europeo proprio il 14 marzo 2013, nella quale l’Ue invitò gli Stati membri alla progressiva eliminazione dell’amianto nel minor tempo possibile; il Parlamento europeo rivolse anche alla Commissione l’invito a includere un piano coordinato in materia di amianto nella strategia 2014-2020 per la salute e la sicurezza formulando, tra le altre, la raccomandazione di avviare maggiori indagini sulla possibile contaminazione dell’acqua potabile.
Negli stessi anni si diffusero sulla stampa notizie allarmanti circa l’arrivo di absesto in Italia dall’estero, in particolare dall’India tra 2011 e 2014.
Infine, a livello normativo va segnalata l’iniziativa dei senatori Fabbri e al. che
il 29 novembre 2016 hanno presentato il cosiddetto Testo unico in maniera di amianto (ddl n. 2602 Disposizioni per il riordino della normativa in materia di amianto). Un’urgenza ormai riconosciuta a livello nazionale quella di intraprendere un percorso di armonizzazione, semplificazione e aggiornamento del centinaio di corpi normativi esistenti in Italia, che comportano intrecci e contraddizioni di non facile interpretazione soprattutto da parte dell’utenza… Leggi l’articolo completo di Marco Giangrasso, Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), in Ecoscienza 1/2018
Gli ultimi sei anni rappresentano per le questione legate all’amianto in Italia un arco temporale durante il quale, pur tra blocchi e accelerazioni, il governo e le istituzioni locali hanno preso impegni importanti. Il punto di partenza può essere individuato nel giugno 2012 con la pubblicazione da parte del ministero della Salute del Quaderno n. 15 Stato dell’arte e prospettive in materia di contrasto alle patologie asbesto-correlate, che ha delineato lo stato delle conoscenze e formulato proposte di intervento in merito a tematiche sanitarie, ambientali, previdenziali e legislative.
Nel novembre dello stesso anno, il Ministero organizzò a Venezia la II Conferenza governativa sull’amianto, dalla quale scaturì la decisione di redigere il primo Piano nazionale amianto (Pna) sotto il coordinamento dei ministeri della Salute, Ambiente e Lavoro. Il piano fu adottato dal governo Monti il 21 marzo 2013, ma si arenò il mese successivo dopo essere stato sottoposto alla Conferenza unificata. L’iniziativa del governo si mosse sulla scia della risoluzione Minacce per la salute sul luogo di lavoro legate all’amianto e le prospettive di eliminazione di tutto l’amianto esistente approvata dal Parlamento europeo proprio il 14 marzo 2013, nella quale l’Ue invitò gli Stati membri alla progressiva eliminazione dell’amianto nel minor tempo possibile; il Parlamento europeo rivolse anche alla Commissione l’invito a includere un piano coordinato in materia di amianto nella strategia 2014-2020 per la salute e la sicurezza formulando, tra le altre, la raccomandazione di avviare maggiori indagini sulla possibile contaminazione dell’acqua potabile.
Negli stessi anni si diffusero sulla stampa notizie allarmanti circa l’arrivo di absesto in Italia dall’estero, in particolare dall’India tra 2011 e 2014.
Infine, a livello normativo va segnalata l’iniziativa dei senatori Fabbri e al. che
il 29 novembre 2016 hanno presentato il cosiddetto Testo unico in maniera di amianto (ddl n. 2602 Disposizioni per il riordino della normativa in materia di amianto). Un’urgenza ormai riconosciuta a livello nazionale quella di intraprendere un percorso di armonizzazione, semplificazione e aggiornamento del centinaio di corpi normativi esistenti in Italia, che comportano intrecci e contraddizioni di non facile interpretazione soprattutto da parte dell’utenza… Leggi l’articolo completo di Marco Giangrasso, Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), in Ecoscienza 1/2018
Adattamento redazionale a cura di Anna Rita Pescetelli, Ispra
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