Basato su mappe dello Standardized Precipitation Index (SPI) il bollettino elabora confronti con le medie climatologiche del periodo preso in considerazione.
Il bollettino mensile Ispra è operativo fin dalla fine degli anni Novanta (all’epoca in versione prototipale in ambito DSTN) per il monitoraggio della siccità in Italia e in Europa ed è basato su mappe dello Standardized Precipitation Index (SPI) ottenute utilizzando le analisi di precipitazione a 2.5° del National Centers for Environmental Prediction/Department of Energy (NCEP/DOE reanalysis).
In funzione della scala temporale considerata per l’aggregazione della precipitazione (3, 6, 12 e 24 mesi), il valore di SPI indica quanto la precipitazione cumulata si discosta dalla norma climatologia (1948–2016): valori positivi indicano una precipitazione maggiore della media, ossia condizioni umide; valori negativi indicano una precipitazione minore della media, ossia condizioni siccitose più o meno estreme.
Occorre, però, fare una premessa sul concetto di siccità. Questa è una condizione temporanea e relativa di scarsità idrica definita come lo scostamento rispetto a condizioni climatiche medie di un determinato luogo di interesse. Fenomeno che non è da confondere con quello di aridità che indica, invece, una condizione di permanente carenza di risorse idriche.
Non esiste un’unica definizione di siccità, occorre infatti specificare a quale ambito di fenomeni, siano essi naturali, sociali, o economici, si fa riferimento. Si parla, quindi, di siccità meteorologica in caso di relativa scarsità di precipitazioni; di siccità idrologica in presenza di un apporto idrico relativamente scarso nel suolo, nei corsi d’acqua, o nelle falde acquifere; di siccità agricola in caso di carenza di acqua rispetto all’usuale fabbisogno per l’irrigazione; e di siccità socio-economica se riferita al complesso dei consumi sul territorio. L’impatto sull’ambiente è poi legato al perdurare delle condizioni siccitose. Una carenza di pioggia prolungata per molti mesi (6-12 mesi) avrà effetti sulla portata dei fiumi; mentre per un periodo maggiore (uno o due anni) graverà sulla disponibilità di acqua nelle falde.
L’indice elaborato per la siccità permette di rendere confrontabili su una stessa mappa regioni caratterizzate da diversi regimi climatici. Questo è comunemente usato a livello regionale (v. bollettini idrologici o di siccità in ambito Snpa) e/o di distretto idrografico (in ambito degli Osservatori idrografici per l’uso della risorsa idrica) per il monitoraggio e l’individuazione di periodi siccitosi, in tal caso avvalendosi per il suo calcolo delle precipitazioni registrate dalle reti pluviometriche regionali. Inoltre, è stato inserito sia in ambito europeo (Water Scarcity & Drought Expert Group della Common Implementation Strategy per la Water Framework Directive 2000/60/EC) sia internazionale (World Meteorological Organization) come uno degli strumenti più efficaci per il monitoraggio della siccità. Lo SPI fa, infatti, parte del set di indicatori adottati dall’European Drought Observatory del Joint Research Center della Commissione Europea.