Sono terminate le operazioni per la rimozione delle balle di combustibile solido secondario, disperse, nel 2015 dalla motonave Ivy, nei fondali del Golfo di Follonica. L’intervento, iniziato il 6 agosto, ha permesso il recupero di 15 ecoballe dai fondali, che insieme alle 17 spiaggiate o recuperate incidentalmente da pescatori nel corso degli anni, porta il totale a 32 balle di combustibile recuperate dal mare.
Il Comitato di Indirizzo, convocato il 7 dicembre dal Capo del Dipartimento della protezione civile, Angelo Borrelli, coordinatore degli interventi, ha preso atto delle attività finora effettuate e a fronte della mappatura di un’area di 295 km² dei fondali, in cui non sono stati rilevate ulteriori ecoballe, e che quindi ragionevolmente ne esclude la presenza nelle acque del Golfo di Follonica, ha deciso di chiudere la gestione della fase emergenziale e di attivare le attività relative alla rendicontazione delle operazioni.
L’intervento di bonifica, ha visto, a seguito della dichiarazione dello stato di emergenza deliberata lo scorso 22 luglio dal Consiglio dei Ministri, l’impegno delle componenti e delle strutture del Servizio nazionale della protezione civile, nonché, in qualità di soggetti attuatori, del Ministero della Difesa – Marina Militare, dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale, della Regione Toscana e dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca ambientale (ISPRA).
La prima fase delle attività, dal 6 al 26 agosto scorso, ha visto la Marina Militare impegnata, assetti navali del Comando delle forze di contromisure e mine (MARICODRAG) e del Comando subacquei e incursori (COMSUBIN), sotto il controllo operativo del Comando in Capo della Squadra Navale (CINCNAV), nelle fasi di ricerca, localizzazione, identificazione e recupero e hanno portato al ripescaggio di 12 ecoballe, oltre all’individuazione, sui fondali ad est dell’isola di Cerboli, di un’ulteriore ecoballa su cui i palombari del Gruppo Operativo Subacquei (GOS) hanno effettuato diverse immersioni, nel tentativo di disancorarla dal materiale fangoso che parzialmente l’avvolgeva e ne impediva il sollevamento.
La seconda fase operativa, dal 18 al 30 settembre scorso, è stato l’inizio della campagna per la mappatura dei fondali del Golfo, – tramite prospezioni geofisiche con ecoscandaglio multifasce – con l’obiettivo di verificare l’eventuale presenza di ulteriori balle di combustibile solido secondario. Operazioni condotte con l’ausilio di due imbarcazioni messe a disposizione da Ispra, nave Astrea e nave Lighea, che hanno ospitato a bordo, oltre al personale dell’Istituto, ricercatori e tecnici del Cnr – con compiti di analisi ed elaborazione dei dati rilevati – e di Arpa Toscana, con il supporto dei sommozzatori della Guardia Costiera per la verifica dei target individuati.
La terza fase, iniziata il 17 ottobre, ha visto nuovamente l’impegno degli assetti della Marina Militare, sia per le attività di recupero di ulteriori 3 ecoballe, sia per coadiuvare la campagna di mappatura dei fondali parallelamente al personale dell’Ispra, del Cnr e di Arpa Toscana, campagna conclusa anche con il supporto di una nave e di personale messo a disposizione da Arpa Sicilia.
Alla fine delle attività operative nel Golfo di Follonica, dai 7 km² delle prime aree iniziali di investigazione, è stata esaminata una superficie marina pari a 295 km² e recuperate circa 19 tonnellate di rifiuti, già avviate allo smaltimento.
Nella gestione dell’intero intervento il Capo del Dipartimento si è avvalso del supporto costante del Comitato di indirizzo, con compiti di convalida delle attività e degli interventi necessari per il superamento dell’emergenza. Il Comitato è composto dall’Ammiraglio Ispettore (CP) Aurelio Caligiore, da un rappresentante del Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei ministri e da un rappresentante del Ministero della Difesa – Marina Militare, del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del mare, del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – Comando Generale delle Capitanerie di Porto, dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale, della Regione Toscana, del Comune di Follonica, del Comune di Piombino, dell’Azienda Sanitaria territorialmente competente, dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca ambientale (ISPRA) e dell’Agenzia regionale per la Protezione ambientale della Toscana (ARPAT).
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