Si è svolta a Napoli a Castel dell’Ovo, dal 2 al 5 dicembre 2019, la 21a Conferenza delle Parti contraenti la Convenzione di Barcellona. Uno strumento che dal 2004 impegna 21 Stati del Mediterraneo, più l’Unione Europea, a proteggere l’ambiente marino e le coste del Mare nostrum dall’inquinamento.
Le delegazioni dei 21 paesi (Albania, Bosnia ed Erzegovina, Croazia, Cipro, Francia, Grecia, Israele, Italia, Libano, Libia, Malta, Monaco, Montenegro, Marocco. Slovenia, Spagna, Siria, Tunisia, Turchia ed Unione Europea) sono giunte a Napoli per mettere a punto una strategia comune in difesa di uno dei mari più piccoli al mondo, ma tra i colpiti dall’inquinamento. Il Mediterraneo ha il triste primato di avere la più alta concentrazione di rifiuti in plastica – oltre 100 mila microplastiche per km quadrato – nonostante rappresenti solo l’1% della superficie oceanica del mondo.
Ecco allora che tra le priorità affrontate dai delegati c’è sicuramente la riduzione dei rifiuti marini, il rilancio dell’economia blu, la tutela della biodiversità e delle aree marine protette, studio degli effetti dei cambiamenti climatici sul Mediterraneo.
Per far questo occorre anche rivedere la governance del sistema che coordina le azioni della UNEP/MAP –Convenzione di Barcellona, valutare la strategia a medio termine attualmente operativa e preparare quella per il 2022-2027. A impegnare i delegati a Napoli una serie di decisioni su temi operativi che vanno dalla riduzione dei sacchetti in plastica alle attività offshore, dall’identificazione di siti d’interesse ecologico nel Mediterraneo alle barriere artificiali in mare. Si discuterà anche di come preservare alcune specie minacciate, come la foca monaca, le tartarughe marine, i pesci cartilaginei e la vegetazione marina.
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Il sito della Conferenza
Video di presentazione della COP21 realizzato dall’Ispra
La Dichiarazione della COP21 di Napoli
Ministri, Sottosegretari e delegati hanno approvato il documento finale che impegna tutti i 21 Stati del bacino del Mediterraneo, assieme all’Unione Europea, a lavorare congiuntamente nei prossimi anni su una serie di obiettivi ambiziosi.
«Obiettivi raccolti in quattro temi salienti – spiega il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, presidente della Conferenza – per un futuro di pace, prosperità e sviluppo sostenibile sulle sponde del Mare Nostrum, legato alla tutela dell’ambiente marino e delle regioni costiere».
I punti indicati sono: il marine litter, il contrasto fino alla completa eliminazione dei rifiuti; il rafforzamento del sistema di aree protette e la tutela della biodiversità; nuove strategie per contrastare i cambiamenti climatici in atto a livello regionale; proporre soluzioni di blu economy per un futuro sostenibile.
Inoltre, dopo anni di negoziati, la Conferenza di Napoli, si distingue per l’adozione di una road map per proporre la designazione di tutto il Mediterraneo come area a emissioni controllate di ossidi di zolfo.