Giornata mondiale dell’acqua. Ispra: nel 2024 Italia divisa tra piogge e siccità

Come ogni 22 marzo a partire dal 1992, domani è la Giornata mondiale dell’acqua, un momento scelto dalle Nazioni Unite per ricordare a tutti perché la nostra casa, la Terra, è chiamata il “Pianeta Azzurro”.

Il tema del 2025 è “La conservazione dei ghiacciai”, riserve d’acqua solida chiave per gli equilibri sociali ed ecologici in ambiente montano, elementi fondamentali nella regolazione del ciclo idrologico e “spie” puntuali del cambiamento climatico in atto.

Non è un caso che questa delicata tematica riprenda, ad un solo giorno di distanza, le attività dedicate nella Giornata Internazionale dei Ghiacciai.

Il rapporto dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) del 2022 sottolinea come “negli ultimi decenni, i ghiacciai, il permafrost e la copertura nevosa hanno subito un declino generale in risposta ai cambiamenti climatici, alterando l’intensità, la posizione e la frequenza di calamità naturali”.

Inoltre, prevede “una perdita complessiva dell’80% della massa ghiacciata entro il 2100 di tutti piccoli ghiacciai in Europa, in Africa orientale, nelle Ande tropicali, e in Indonesia, per gli scenari con alte emissioni”

In termini di “acqua solida”, non è solo lo stato di salute dei ghiacciai ad essere sotto la lente d’ingrandimento della comunità scientifica e non. Anche la presenza di neve al suolo nelle stagioni fredde rappresenta un patrimonio cruciale di equilibrio per la biosfera e per le attività economiche e sociali umane.

In prossimità del World Water Day, Ispra diffonde i dati del modello nazionale di bilancio idrologico (BIGBANG), che fornisce il quadro quantitativo sulla risorsa idrica dal 1951 in poi, inclusi i deficit, gli eccessi di precipitazione e i trend delle grandezze idrologiche (precipitazioni, deflussi, evapotraspirazione), necessari a caratterizzare la situazione attuale e futura nel Paese.

Il 2024 è risultato un anno molto piovoso nel nostro Paese. Il volume totale annuo di precipitazioni è stimato in circa 319 miliardi di metri cubi (corrispondenti a 1.056 mm), superiore di oltre il 10% alla media annua riferita all’ultimo trentennio climatologico 1991-2020, stimata in circa 285 miliardi di metri cubi (951 mm). Febbraio il mese più piovoso, con un’anomalia positiva di +72% rispetto al valore medio relativo al trentennio 1991-2020; di contro, novembre – normalmente tra i mesi più piovosi – ha fatto registrare una forte anomalia negativa di -72% rispetto alla media climatologica.

Scendendo a livello regionale e distrettuale, la situazione è molto diversificata: il Nord Italia è stato interessato da quantitativi di precipitazione superiori alle medie storiche, che in alcuni casi hanno causato eventi alluvionali, come quelli in Lombardia a maggio e in Emilia-Romagna a settembre e ottobre.
Il Sud Italia e le Isole maggiori hanno continuato a subire significativi deficit di precipitazione, che hanno prolungato la siccità e i relativi problemi di severità idrica, anche se la Sardegna, a ottobre, ha visto eventi piovosi particolarmente intensi.

BIGBANG: pioggia e siccità dividono l’Italia (leggi il comunicato Ispra)

Approfondimento sui dati delle acque in Piemonte

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