Per tutelare la città patrimonio dell’Unesco è stata proposta, dopo il MOSE, la realizzazione di una serie di grandi opere, per le quali Ispra ha offerto supporto nella valutazione di impatto ambientale.Ruolo di Ispra nel processo di valutazione delle grandi opere è fornire supporto alla Commissione Tecnica di Valutazione Ambientale (CTVA) nell’analisi delle proposte progettuali.
Nel caso di Venezia, l’obiettivo delle nuove infrastrutture è allontanare il traffico delle navi da crociera dal bacino di S. Marco e trovare soluzioni alternative alla circolazione delle petroliere e portacontainer nell’area lagunare. Oltre al MOSE, sono stati presentati negli ultimi anni diversi progetti che rispondono a questi obiettivi di tutela.
Ispra ha collaborato, in particolare, alla valutazione di cinque progetti presentati alla Commissione CTVA. Nessuna delle opere proposte è stata ancora avviata, alcune hanno ottenuto parere positivo per altre non è stato concesso il parere di compatibilità ambientale
Parlando di grandi opere nella Laguna non si può non partite dal MOSE (MOdulo Sperimentale Elettromeccanico (con Proponente il Magistrato alle Acque di Venezia), la prima infrastruttura progettata per la tutela di Venezia e ancora in fase di realizzazione. Le origini del progetto di Regolazione dei flussi di marea alle bocche del porto della Laguna di Venezia sono precedenti alla nascita del Ministero dell’ambiente in Italia nel 1986 e risalgono alla legge speciale per Venezia (l. 171/1973). Il primo progetto sottoposto a valutazione di impatto ambientale è del 1997. Oggi è competenza dell’Ispra e di Arpa Veneto il monitoraggio dei cantieri Mose ancora operanti.
Risponde all’esigenza di allontanare il traffico delle grandi navi dal bacino di S. Marco il primo progetto di un Terminal Crociere, presentato nel 2015 per lo studio preliminare di impatto ambientale. L’Avamporto galleggiante per grandi navi (proponente il “Gruppo progettisti”), situato alla bocca del Lido di Venezia, prevedeva un molo a doppio fondo lungo circa 600 metri, che consentisse la sosta in contemporanea di quattro navi da crociera. Il progetto non ha ottenuto l’approvazione in quanto era carente di una serie di misure di sicurezza e piani di emergenza, risultava interferire con il funzionamento delle paratoie del Mose e non considerava gli impatti sull’ecosistema.
Ha avuto invece esito positivo nel 2016 un secondo progetto situato alla bocca di Lido. Si tratta del Venis Cruise 2.0, Nuovo terminal crociere di Venezia a bocca di Lido (proponente Duferco Sviluppo Srl e DP Consulting Srl). L’opera prevedeva un modello logistico basato su due poli che mantengono l’uso della stazione Marittima con un sistema di collegamenti organizzato su percorsi differenziati via mare e via terra. L’opera è ubicata sul lato nord-est della bocca di Lido e presenta un pontile di 940m per l’ormeggio di 5 navi crociera con un Terminal servizi al pT e al p1, gallerie per i passeggeri, passerelle e scale mobili. Dal lato di Cavallino, sono previsti pontoni per l’accosto dei mezzi nautici per il trasbordo dei passeggeri dal terminal alla Marittima.
Un altro progetto di porto passeggeri è stato presentato nel 2014 per l’analisi preliminare alla valutazione ambientale e licenziato l’anno dopo. Questa volta si proponeva di ubicare il Nuovo porto passeggeri a Porto Marghera (proponente Ecuba Srl) e utilizzare per l’ormeggio delle navi da crociera le aree industriali in dismissione, passando attraverso l’esistente Canale dei Petroli dalla bocca di Malamocco. Anche in questo caso l’approfondimento tecnico condotto da Ispra ha evidenziato una serie di criticità, tra le quali il transito a carattere misto lungo il Canale e la possibile erosione dei sedimenti della laguna.
E’ stata sospesa, invece, l’istanza presentata nel 2014, con integrazioni del 2015, per l’adeguamento della via acquea di accesso alla stazione Marittima di Venezia e riqualificazione delle aree limitrofe al canale Contorta Sant’Angelo (proponente l’Autorità Portuale di Venezia). Il progetto prevedeva la realizzazione di una via di accesso alla stazione Marittima attraverso la bocca di Malamocco, per poi proseguire lungo il canale dei Petroli fino all’innesto con il canale Contorta. L’opera avrebbe ampliato le dimensioni del canale scavando un letto navigabile della larghezza di 100 metri e con profondità di oltre 10 lungo un percorso di olre 16 chilometri. Ispra ha supportato la Commissione nell’approfondimento tecnico dell’istruttoria e sono state effettuate 134 richieste di integrazioni al progetto. Sono stati individuati, tra gli aspetti critici, la difficile accessibilità nautica a Malamocco quando il MOSE risultasse in funzione, la movimentazione di grandi quantitativi di sedimenti, la combinazione di diverse tipologie di traffici e cumulo degli effetti con i progetti approvati del Terminal Ro/Ro e la Piattaforma offshore.
Risponde all’obiettivo di allontanamento del traffico petrolifero/commerciale dalla laguna il progetto Terminal plurimodale offshore al largo della costa veneta (proponente il Magistrato alle Acque di Venezia). L’infrastruttura ha ottenuto parere positivo, previe prescrizioni, nel 2013. Il terminal off-shore da costruire al largo di Malamocco, è composto da una stazione per 3 navi cisterna, con piattaforma e opere accessorie di convogliamento dei fluidi (pipelines) di 26,9km verso porto Marghera, un terminal container, con sistema di movimentazione e di trasferimento merci da/per il terminal a terra (on-shore) presso l’area Montesyndial a porto Marghera tramite navi mama-vessel. Ispra ha richiesto una serie di approfondimenti tra i quali quelli sugli scavi, i dragaggi, la movimentazione e posa di materiali, lo studio di scenari accidentali causati da impatto e trascinamento di ancore, attrezzature, malfunzionamenti, perdite accidentali.
Viviana Lucia (Ispra)