Prosegue il lavoro per combattere l’estinzione di alcune specie di uccelli in Italia. Tra queste c’è il capovaccaio – nome inglese “Egyptian volture” – grazie al progetto Life di cui Ispra è partner. Il capovaccaio ha visto in Italia una drastica riduzione della popolazione in pochi decenni. Nel 2015 le coppie censite erano solo otto sul territorio nazionale, di cui cinque in Sicilia. Una diminuzione repentina nell’arco di quarant’anni, se si calcola che nel 1970 gli ornitologi registravano ancora la presenza di almeno una settantina di coppie. Il crollo della presenza di questa specie ha fatto inserire il capovaccaio nella Lista Rossa degli Uccelli d’Italia (2011) tra quelle “in pericolo critico”.
Grazie al progetto europeo Life – Egyptian volture, il più piccolo tra gli avvoltoi europei tornerà a volare sui nostri cieli. Tra fine luglio e metà agosto 2019 otto giovani esemplari sono stati liberati in Basilicata, nel Parco Naturale Regionale della Murgia Materana, in due diverse operazioni di rilascio messe in atto dall’Associazione Centro Rapaci Minacciati (Cerm) e da Ispra allo scopo di supportare la popolazione italiana di questa specie, ridotta ai minimi termini.
La liberazione in natura di giovani nati in cattività costituisce una delle azioni previste dal progetto Life Egyptian vulture, nel quale è coinvolto E-distribuzione in qualità di partner capofila. Il progetto prevede azioni finalizzate a favorire la conservazione e la ripresa demografica della popolazione di questo piccolo avvoltoio.
Anche se in passato l’Associazione Cerm aveva organizzato molti rilasci di capovaccai in Italia meridionale, mai prima d’ora era stato liberato un così elevato numero di individui nello stesso anno: ciò è stato reso possibile grazie al cospicuo numero di pulcini che, in anni recenti, sono nati proprio presso il Cerm, che, nella struttura situata in Toscana meridionale, è specializzata nella riproduzione in cattività di questa specie e nel rilascio in natura dei giovani nati.
La liberazione del 2019, per la prima volta, ha coinvolto contemporaneamente animali di tre diverse età: Leonardo e Nino nati nel maggio 2019, Diego, Jane e Kate nati nel 2018 e Beatrice, Francesca e Lucrezia nate nel 2017. Si è trattato di una prima volta anche per quanto riguarda la liberazione di giovani di due anni di età, un’esperimento mai provato in precedenza in Italia , visto che sinora erano stati liberati solo individui nati nello stesso anno oppure in quello precedente.
Prima della liberazione, gli animali sono stati ospitati per alcuni giorni in una cassa-nido situata in una posizione strategica nella Murgia materana. Nei pressi della struttura è stato allestito un punto di alimentazione, mentre altri aiuti alimentari sono stati forniti nelle aree via via frequentate dai giovani avvoltoi una volta liberi, tutto ciò allo scopo di facilitarne l’adattamento alla vita selvatica nei giorni immediatamente successivi al rilascio.
All’interno del Parco della Murgia Materana, che viene frequentato anche da una coppia di capovaccai selvatici oltre che da numerose altre specie di rapaci, E-distribuzione sta attuando interventi di isolamento delle linee elettriche a media tensione allo scopo di minimizzare il rischio di elettrocuzione per i grandi rapaci che dovessero posarsi sui supporti delle linee.
La liberazione degli otto capovaccai – che avevano già trascorso del tempo non distanti dall’area di liberazione all’interno delle voliere del Centro Recupero Animali Selvatici di Matera – si è articolata in due turni di rilascio: il primo, con apertura della cassa-nido il 29 luglio, ha regalato la libertà a Francesca, Diego, Jane, Kate, mentre il secondo, risalente al 15 agosto, ha visto l’involo di Leonardo, Nino, Beatrice e Lucrezia.
Alle operazioni di rilascio, che sono state organizzate da personale dell’Associazione Cerm e di Ispra, hanno preso parte numerosi volontari provenienti da Basilicata e Puglia.
Gli spostamenti degli otto giovani, alcuni dei quali stanno già migrando per raggiungere le aree di svernamento nell’Africa sub-sahariana, vengono ora monitorati da Ispra e dall’Associazione Cerm grazie ai datalogger GPS/GSM con i quali sono equipaggiati e che sono stati messi a disposizione da Ispra e dalla VCF Vulture Conservation Foundation.
Per prevenire episodi di bracconaggio – ricordiamo quello avvenuto lo scorso anno in provincia di Trapani che ha causato la morte di un giovane capovaccaio – Ispra ha avviato una collaborazione con il Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari dell’Arma dei Carabinieri per svolgere un’intensa attività di sorveglianza nelle aree attraversate dai capovaccai in migrazione ed in particolare nella Sicilia occidentale, dove molti rapaci sostano prima di attraversare il Mediterraneo alla volta dell’Africa.