Mettere in evidenza la presenza di sostanze pericolose nei fiumi, laghi, acque di transizione e marino costiere è l’obiettivo del monitoraggio delle sostanze emergenti o Watch List effettuato in base alla direttiva 39/2013/UE.
L’Italia ha recepito la Direttiva 39/2013/UE con il D. Lgs 172/2015 dove, all’art.78 undecies, viene richiesto ad ISPRA di definire le stazioni e la frequenza di campionamento delle sostanze inserite nella Decisione di esecuzione 2015/495 del 20 marzo 2015 della Commissione europea.
In collaborazione con le regioni sono stati definiti 25 punti di prelievo la cui localizzazione risente di pressioni territoriali quali la presenza di impianti di trattamento acque reflue urbane, confluenza di corpi idrici con impatti noti oppure situati presso luoghi turistici su laghi e acque marino costiere. Il Sistema SNPA ha delegato ad ARPA Lombardia e ARPA Friuli Venezia Giulia, che hanno messo a punto il metodo, l’analisi di queste sostanze nei campioni prelevati dalle diverse Agenzie sul proprio territorio, permettendo così di rispondere nei tempi previsti dalla Direttiva. Le sostanze emergenti indicate nell’elenco della Decisione di esecuzione 2015/495 che sono state analizzate nei primi tre anni (WL1) sono: farmaci, ormoni, pesticidi e protettivi solari. I dati inviati da ISPRA alla Commissione Europea sono stati elaborati, insieme ai risultati degli altri 27 Stati Membri, dal Joint Research Centre (JRC) di Ispra (VA).
In un seminario tenutosi presso il JRC lo scorso 1 e 2 marzo, l’Italia è stata chiamata a presentare e a diffondere tra gli altri Paesi Europei il metodo sviluppato per queste specifiche sostanze affinché i risultati dei prossimi monitoraggi producano un sufficiente numero di dati per poter valutare l’incidenza di queste sostanze nelle acque e capire se rappresentano, a livello europeo, una effettiva emergenza. E’ stato inoltre richiesto di presentare il metodo utilizzato per la determinazione del pesticida Imidacloprid e dell’antibiotico Azitromicina.
A valle del seminario presso Jrc è stato redatto un documento finale, che ha evidenziato alcuni aspetti. Innanzitutto che molti Stati membri non hanno utilizzato un metodo conforme alle richieste della Watch List. Inoltre, cinque sostanze per le quali si sono ottenute sufficienti informazioni verranno eliminate dall’elenco delle sostanze della Watch List e saranno sostituite con altre tre, previa approvazione durante la prossima riunione dei Direttori generali delle Acque dei Paesi membri. Si è anche stabilità che i protettivi solari, caratterizzati da scarsa solubilità in acqua e quindi maggiormente distribuiti sul particolato, dovranno essere analizzati nei sedimenti.
I risultati analitici sugli ormoni forniti dalla maggior parte dei Paesi europei sono stati ottenuti utilizzando metodi con limiti di quantificazioni non compatibili con quelli richiesti, mentre è da rilevare che l’Italia è stata uno dei pochissimi Paesi che ha messo a punto un metodo conforme alle richieste della Direttiva.
Durante il seminario è stata discussa la possibilità di inserire, nella nuova fase della Watch List, altre tre sostanze potenzialmente pericolose ed emergenti quali due antibiotici (Amoxicillina e Ciprofloxacina) e un pesticida (Metaflumizone).
Il monitoraggio a livello nazionale delle sostanze emergenti identificate dalla Decisione di esecuzione 2015/495 ha visto operare la prima organizzazione di laboratori altamente specializzati, come richiesto dalla legge istitutiva dell’SNPA (L. 132/2016). Tale organizzazione ha reso possibile le risposte nei tempi richiesti e con un dispendio finanziario ridotto.
(a cura dell’Area Metrologia di Ispra)
Nella foto la delegazione italiana presente all’incontro presso JRC: rappresentanti di Ispra, di Arpa Lombardia e del Ministero dell’Ambiente con Teresa Lettieri e Marina Ricci del JRC.