La biodiversità del mar Mediterraneo è in continua evoluzione, colonizzato da specie in espansione di areale che arrivano attraverso corridoi naturali, come lo Stretto di Gibilterra, e da specie non indigene o specie aliene che sono introdotte dalle attività antropiche o arrivano attraverso corridoi artificiali quali il Canale di Suez; alcune di queste specie possono anche essere pericolose per la salute umana in quanto tossiche al consumo o velenose al contatto.
Allo scopo di fornire un supporto ai fruitori del mare per il riconoscimento delle nuove specie potenzialmente osservabili e pescabili nei nostri mari, incluse quelle pericolose per la salute umana, Ispra ha realizzato un nuovo opuscolo, versione aggiornata dell’edizione 2021.
Le eventuali segnalazioni che verranno inviate ai ricercatori, contribuiranno anche a monitorare la distribuzione e diffusione di tali specie nelle acque italiane.
Quali sono le implicazioni ecologiche e sociali dell’aumento delle specie aliene nei nostri mari?
L’aumento delle specie aliene può avere gravi impatti sugli ecosistemi marini. Queste specie, spesso prive dei predatori naturali presenti nel loro habitat originale, possono competere con le specie autoctone per le risorse, alterando le dinamiche ecologiche e portando alla diminuzione della biodiversità.
Inoltre, l’introduzione di specie aliene può influenzare l’industria della pesca, l’economia locale e anche la salute delle comunità costiere. Ad esempio, le specie invasive possono danneggiare le coltivazioni ittiche e ridurre la qualità dell’acqua.
Vedi esempio granchio blu…
Affrontare il problema delle specie aliene richiede strategie di gestione sostenibile, monitoraggio degli ecosistemi e sensibilizzazione del pubblico riguardo all’importanza di proteggere la biodiversità marina. È fondamentale collaborare a livello internazionale per prevenire ulteriori introduzioni e gestire quelle già presenti
Io un’idea buona ce l’avrei…..