La tutela dell’identità del tartufo d’Abruzzo alla luce delle conoscenze scientifiche più recenti sulla formazione degli habitat per riscrivere un nuovo quadro pianificatorio nel rispetto delle valenze ambientali. E poi la ricchezza delle formazioni vegetazionali della regione e la necessità di tutelare le tante aree soggette a frammentazione e consumo del suolo attraverso il miglioramento delle tartufaie esistenti e l’incentivazione della forestazione.
Sono questi alcuni temi portanti della relazione della dottoressa Rosanna Costa, dell’unità Ricerca & Innovazione di Arpa Sicilia, che, in ottica di sistema nazionale per la protezione ambientale, ha portato un prezioso contributo al dibattito promosso da Arta Abruzzo in occasione della prima fiera internazionale dei tartufi d’Abruzzo che si è svolta dall’8 al 11 dicembre a L’Aquila.
Assunto di base del lavoro illustrato, è stata la stretta correlazione tra la vocazione del territorio abruzzese per la produzione di tartufo e gli habitat di riferimento individuati su base vegetazionale. Laddove prevalgono faggeti e pioppeti, ad esempio, nelle aree boschive estese e umide che in Abruzzo sono frequenti soprattutto in provincia di Chieti, nascono le condizioni ideali per il Tuber Magnatum Pico, il bianco pregiato abruzzese dalle caratteristiche uniche. E poi c’è il nero pregiato (Tuber melanosporum Vitt.) che necessita di un’altitudine elevata, a partire dai 1000 mt, ed è diffuso soprattutto nell’Aquilano, il nero uncinato o Scorzone invernale (Tuber uncinatum Chatin) che predilige boschi di latifoglie e terreni prevalentemente argillosi, e il bianchetto (Tuber borchii Vitt.) che cresce persino sulla costa in prossimità di pinete e terreni sabbiosi.
Nel corso dell’intervento è stato evidenziato l’impegno di Arta Abruzzo e di Arpa Sicilia nel coordinamento delle attività del TIC V – “Tutela dei sistemi naturali”, con particolare attenzione alla valorizzazione delle conoscenze della distribuzione e dello stato degli ecosistemi del Sistema Carta della Natura che per l’Abruzzo identifica 85 tipi di habitat, cartografati secondo la nomenclatura “CORINE Biotopes”.
“Nell’ambito di tali attività – ha sottolineato la dottoressa Rosanna Costa – Arta Abruzzo e Arpa Sicilia stanno promuovendo la definizione di un set di indicatori per individuare gli habitat più vulnerabili ai fattori di pressione derivanti da cambiamenti climatici, dal rischio incendio e dalla desertificazione”.