Il satellite lanciato con successo dall’Esa il 13 ottobre sarà il primo a monitorare la qualità dell’aria nell’ambito del programma Copernicus.
Come riportato anche su Arpatnews, Sentinel-5P è stato costruito per mappare quotidianamente e in modo dettagliato una vasta gamma di inquinanti atmosferici. La missione Sentinel 5-P segue il lancio di altri cinque satelliti che costituiscono il cuore del programma Copernicus per il monitoraggio ambientale europeo.
Da alcuni anni, infatti, il mondo scientifico ha scoperto le potenzialità dei satelliti anche nello studio e nel monitoraggio di fenomeni naturali e ambientali. Si è visto, ad esempio, che il controllo di risorse fondamentali per la popolazione come il suolo, le acque, l’aria, il mare, può essere operato attraverso o dati raccolti dai satelliti; per non citare gli effetti delle calamità naturali o dei terremoti.
L’Italia ha investito fortemente sul programma europeo di osservazione della terra, che mette a disposizione una vasta quantità di dati da molteplici fonti (satelliti, sensori di terra, di mare e aviotrasportati) per il loro utilizzo da parte di utenti istituzionali ed afferenti al comparto industria. Nel 2014 l’Italia ha lanciato un piano nazionale per massimizzare i ritorni sul nostro Paese di Copernicus in termini industriali e di servizi applicativi. E’ stato, quindi, istituito lo “User Forum” un tavolo che ha raccolto i requisiti degli utenti italiani di Copernicus con l’obiettivo di giungere ad una posizione nazionale concordata ed armonizzata. Bernardo De Bernardinis, già presidente di Ispra, è il coordinatore dello User Forum, nonché delegato nazionale presso il livello europeo del Forum stesso. In questi anni Ispra ed Snpa hanno utilizzato le potenzialità del programma europeo per le azioni di monitoraggio ambientale.
L’interesse per le potenzialità dei dati satellitari che viene dal mondo scientifico ha trovato un contraltare nella decisione del governo italiano di investire fortemente in un settore in crescita come quello della “Space economy” a partire dal 2017. Per l’Italia significa riallinearsi ai grandi investimenti fatti da diverse nazioni e, perché no, ritrovare l‘antica eccellenza nel settore aerospaziale che negli anni Sessanta l’aveva portata ad essere il terzo paese al mondo a mandare in orbita un satellite dopo Russia e Usa.
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