La stagione pollinica 2020 è iniziata in anticipo rispetto alla media e prosegue con fioriture molto abbondanti, di un’abbondanza anomala se confrontata con i dati negli anni. Questo fenomeno è più accentuato nelle zone interne del Centro e Nord Italia. D’altronde le condizioni meteorologiche degli ultimi mesi, con un inverno particolarmente mite e scarse precipitazioni tra marzo e aprile, avevano posto le premesse per fioriture copiose e abbondante presenza di pollini nell’aria.
I dati forniti dalle stazioni delle rete di monitoraggio aerobiologico del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA), indicano che carpini, faggi, betulle e altri alberi tipici del bosco subalpino sono state le essenze con la maggiore pollinazione in tutto il Centro-Nord del Paese nel mese di aprile.
Il carpino nero, in particolare, è una delle essenze principali delle foreste della bassa montagna, caratterizzata da un grado di allergenicità moderato (dalle Schede Botaniche di ARPAE), appartenente alla famiglia delle Corylaceae come il nocciolo e il carpino bianco. Era già successo nel 2016 che piante come il carpino nero emettessero quantità di polline eccezionalmente elevate, e anche quell’anno il fenomeno era stato preceduto da un inverno particolarmente mite.
In questa primavera 2020, i livelli dei pollini di carpino nero, rilevati dalle stazioni della rete italiana POLLnet rimaste attive in questo difficile momento di pandemia, mostrano una particolare diffusione e abbondanza soprattutto nei rilievi alpini e appenninici del Centro Italia. Rispetto allo scorso anno si sono avuti degli aumenti nelle concentrazioni in aria di 4-5 volte, fino a 8 volte in Trentino. Il confronto con le medie dello stesso periodo degli ultimi anni evidenzia che i carpini alternano annate di grande produzione pollinica con altre di modesta produzione, ma la tendenza sul lungo periodo sembra quella di un incremento nella produzione pollinica.
Questa primavera l’abbondanza di pollini allergenici presenti nell’aria ha allarmato molte persone allergiche, come riscontrato da numerosi articoli su quotidiani locali e comunicati di allergologi ed enti scientifici. Le difficoltà e le preoccupazioni connesse alla contemporanea presenza di COVID19 hanno amplificato la necessità di verificare i dati dei bollettini pollinici, soprattutto per quei soggetti che presentano sensibilizzazioni allergiche con effetti respiratori.
L’eventuale assenza di precipitazioni importanti e continuative anche nel mese di maggio potrà portare a pollinazioni abbondanti di altre piante dall’elevato grado di allergenicità, come le graminacee nel Centro Nord o l’olivo nel Centro Sud.
A cura di POLLnet, la rete per il monitoraggio aerobiologico del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente. Si ringrazia Irene Gallai di Arpa FVG per il lavoro di spazializzazione dei dati.