L’inquinamento atmosferico determinato dalle attività antropiche è un fattore riconosciuto di rischio per la salute umana e per gli ecosistemi. Si osserva un andamento generalmente decrescente nel medio periodo (2007 – 2015) delle concentrazioni di PM10, PM2,5 e No2. Tuttavia i limiti previsti dalla legislazione vigente sono ancora superati su buona parte del territorio nazionale e l’obiettivo di rispettare i livelli raccomandati dall’oMS appare lontano.
PM10, 2015. Stazioni di monitoraggio e superamenti del valore limite giornaliero del D.Lgs.155/2010 e del valore di riferimento OMS per l’esposizione umana a breve termine
L’inquinamento atmosferico è uno dei maggiori fattori ambientali di rischio per la salute umana e per gli ecosistemi. Le emissioni nazionali dei principali inquinanti atmosferici dal 1990 al 2015 registrano diminuzioni in un intervallo che va dal 28% (PM2,5) al 62% (Nox).
Anche i livelli atmosferici di PM10, PM2,5 e NO2 mostrano un andamento decrescente. Nonostante questo, il raggiungimento degli obiettivi della Commissione (rispetto dei limiti previsti dalle direttive 2008/50/CE e 2004/107/CE entro il 2020 e raggiungimento dei livelli raccomandati dall’oMS entro il 2030) appare lontano, essendo legato all’efficacia delle politiche energetiche, agricole e sulla mobilità, che saranno adottate a livello europeo e nazionale e alla sinergia con le misure previste nei Piani per la qualità dell’aria di regioni e province
autonome.
Sul tema della qualità dell’aria l’attenzione e l’impegno del Snpa si sostanzia in progetti innovativi finalizzati alla conoscenza del fenomeno e all’individuazione di efficaci misure di risanamento.
L’inquinamento atmosferico ha un ulteriore inquinante che potenzia gli effetti negativi per uomo e ambiente.. L’inquinamento elettromagnetico.
Questo inquinante si sta espandendo in modo esponenziale è un fattore di co-inquinamento che deve essere inserito e seriamente monitorato.
Chi conosce questo tema dia informazioni per favore! Sono d’accordo con Te Maria.