L’ultimo Rapporto Ecomafia di Legambiente, presentato l’11 luglio scorso a Roma, racconta di un fenomeno ancora diffuso nel nostro Paese, quello degli illeciti a danno dell’ambiente – con numeri che non accennano a diminuire – ma anche dell’impegno di magistratura, Forze dell’ordine e organismi di controllo per contrastarlo.
Nel 2023, secondo i dati che l’associazione ha raccolto dalle Forze dell’ordine, i reati ambientali contestati sono saliti a quota 35.487 (+15,6% rispetto al 2022), con una media di 4 ogni ora, un giro d’affari che sfiora i 9 miliardi di euro e una concentrazione preponderante nel Mezzogiorno: in quattro regioni (Campania, Sicilia, Puglia e Calabria), connotate da una radicata presenza della criminalità organizzata, si concentra il 43,5% degli illeciti.
Questi numeri sono anche il frutto del lavoro del sistema istituzionale, con la collaborazione di molti cittadini, per far emergere il fenomeno e sanzionarlo. Tra le istituzioni in azione, anche quelle che compongono il Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente, a cui la normativa assegna compiti di supporto agli organismi giudiziari, in particolare per l’accertamento degli illeciti ambientali e la valutazione tecnica dei danni.
Non a caso, nelle proposte contenute nel Rapporto Ecomafia, c’è il rafforzamento dell’organico delle agenzie ambientali e il completamento del percorso di attuazione della legge 132 del 2016 istitutiva del Snpa, percorso nell’ambito del quale si inserisce l’attesa approvazione del cosiddetto Regolamento Ispettori che porterebbe a una crescita dell’organico delle Arpa con qualifica di polizia giudiziaria.
«Si tratta di temi – ha ricordato la direttrice generale Ispra Maria Siclari, intervenuta all’evento di presentazione del Rapporto – su cui Ispra e le Agenzie del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente agiscono da tempo, come soggetti istituzionalmente preposti a svolgere le attività di verifica e di controllo ambientale e titolati a rafforzare la legalità ambientale, prerequisito essenziale per il perseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile».
«Alcuni numeri – ha ricordato la dg Ispra – esprimono l’impegno crescente dell’Istituto e di tutto il Sistema per il contrasto alla criminalità ambientale: 1.000 unità di personale impegnato sul campo dalle Agenzie del Snpa. Eseguiti 1.180 atti di prescrizione in un anno per accertata illegalità ambientale. Sono state 1.400 nell’anno 2023 le asseverazioni delle prescrizioni, di cui oltre 200 hanno richiesto sopralluoghi specifici. Nel campo del danno ambientale, sempre nel 2023, su 552 procedimenti penali segnalati, individuati dal Mase 61 casi per i quali è stata chiesta al Snpa una valutazione tecnica preliminare».
Due i contributi di Ispra e di Snpa al Rapporto Ecomafia 2024, uno sull’applicazione delle legge ecoreati, l’altro sul danno ambientale.