Buona parte dei comuni italiani con la più alta percentuale di territorio artificiale si trova in provincia di Napoli. Casavatore è al primo posto a livello nazionale.
Il Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (Snpa), anche per l’anno 2018, ha svolto il lavoro di monitoraggio sulla crescita della copertura artificiale del suolo fornendo un quadro aggiornato dei processi di trasformazione del territorio Italiano.
I risultati di questo lavoro sono raccolti nel Rapporto sul consumo di suolo edito dal Snpa, rapporto consultabile sul sito dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale e presentato lo scorso 17 luglio a Roma, nella sede della Camera dei deputati, alla presenza del ministro dell’Ambiente Sergio Costa.
Con l’espressione “consumo di suolo” si definisce una variazione da una copertura non artificiale (suolo non consumato) ad una copertura artificiale del suolo (suolo consumato). Quindi la rappresentazione del consumo di suolo è data dal crescente insieme delle aree coperte artificialmente da edifici, fabbricati, infrastrutture, aree estrattive, discariche, cantieri, cortili, piazzali e altre aree pavimentate in terra battuta, pannelli fotovoltaici e tutte le altre aree impermeabilizzate, non necessariamente urbane.
I dati della nuova cartografia Snpa mostrano come, a livello nazionale, la copertura artificiale del suolo sia passata dal 2,7% per gli anni ’50 al 7,65% (7,75% al netto della superficie dei corpi idrici permanenti) del 2017 e la Campania è tra le regioni con più suolo consumato. Gli studi effettuati dal Snpa confermano la mancanza di disaccoppiamento tra la crescita economica e la trasformazione del suolo naturale.
Nel 2017 la Campania è la terza regione per consumo di suolo dopo Lombardia e Veneto con un consumo di suolo al 10,36% e in termini assoluti di 140.924 ettari, con una percentuale di incremento 2016-2017 pari allo 0,20% e in termini assoluti di 279 ettari.
A livello provinciale si riscontra che la provincia di Napoli è la seconda per consumo di suolo dopo la provincia di Monza e della Brianza. A livello comunale si rileva che, in Italia, diversi comuni superano il 50% e talvolta il 60% di territorio consumato. Il Comune di Napoli è tra i comuni con maggiori valori di superficie consumata (7.426, +6.6%) e il comune di Casavatore (NA) si conferma al primo posto della graduatoria con una percentuale di 90,23% di suolo artificiale nel 2017 e un incremento 2016-2017 di 0.11 ettari.
I primi 55 comuni con la maggior parte di suolo consumato si trovano in Lombardia e in Campania, per la maggior parte in provincia di Napoli, con percentuali di suolo consumato superiori al 55% della superficie del comune. Dagli studi si riscontra inoltre che se in passato la dinamica demografica era strettamente correlata al consumo di suolo negli ultimi decenni, al contrario, il legame tra demografia e processi di urbanizzazione non è più univoco e le città sono cresciute anche in presenza di stabilizzazione, in alcuni casi di decrescita, della popolazione residente.
Il consumo di suolo interessa anche territori particolarmente sensibili. Tra i Parchi nazionali il Parco nazionale del Vesuvio è quello con maggior percentuale di suolo consumato e il Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano il quinto e considerando i regimi vincolistici ex D.Lgs 42/04 la Campania è la regione con maggiore percentuale di territorio vincolato consumato con l’11%.
Giuseppina Annunziata, Francesca De Falco, Pasquale Iorio, Elio Luce, Antonella Loreto, Gianluca Ragone, Elio Rivera, Salvatore Viglietti
Arpa Campania – s.viglietti@arpacampania.it
(Tabella e mappa tratti dall’edizione 2018 del Rapporto sul consumo di suolo in Italia 2018 edito da Snpa e Ispra)