Dove e come opereranno i 10 mila addetti del Sistema nazionale per l’ambiente a servizio dei cittadini? A dare il quadro, il primo documento programmatico firmato lo scorso 4 aprile dai vertici delle Agenzie e di Ispra dopo l’entrata in vigore della Legge 132/2016. Le dichiarazioni del vertici del Sistema.
Un documento soprattutto di prospettiva e non di analisi dettagliata delle attività, che intende cogliere in modo particolare la mission e la vision con cui si muoverà il Sistema nei prossimi anni.
Diecimila addetti distribuiti in oltre 200 sedi operative sul territorio, che con un investimento “virtuale” di 12 euro l’anno per cittadino presidiano la tutela dell’ambiente nazionale. Di cosa si occupa il Sistema? Il 20% del personale è responsabile delle ispezioni, il 21 % svolge attività analitica di laboratorio, il 14 % di monitoraggio, il 10% istruttorie e pareri ambientali, il 20% esegue altre attività di “line” (comunicazione, educazione ambientale, qualità, formazione, informatizzazione, sistemi di gestione), mentre il restante 15% del personale assicura le attività amministrative e di staff.
Ogni anno gli addetti del Sistema effettuano 10.000 ispezioni e sopralluoghi sulle attività produttive e sull’ambiente (acque superficiali, sotterranee, acque di scarico, aria, suolo, ecc.), mentre sono 2500 i controlli in aziende e imprese soggette ad Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) ed alle norme sulle aziende a rischio di incidente rilevante (Seveso). Ogni anno vengono avviate 75.000 istruttorie tecniche o pareri/valutazioni ambientali a favore delle autorità competenti al rilascio di autorizzazioni. I laboratori delle Agenzie analizzano oltre 650.000 campioni di cui il 60% riferiti a matrici ambientali e il 40% a matrici di diretto impatto sulla salute (acque potabili, alimenti). Più di 15 mila gli esposti e le segnalazioni di inconvenienti ambientali gestiti ogni anno dal Sistema. Dieci milioni di utenti web l’anno si collegano ai siti delle Agenzie.
Tre le parole chiave su cui è imperniata l’attività del Sistema e sulle quali si intende basare le attività dei prossimi anni: forte, autorevole, credibile.
Il Presidente Snpa, Stefano Laporta, a conclusione della riunione ha affermato : “Abbiamo avviato una pianificazione con l’obiettivo di corrispondere all’articolo 10 della legge 132 consapevoli però che il tema dell’attuazione del Programma si potrà avere solo con l’adozione dei livelli essenziali di prestazioni ambientali (LEPTA). Rispetto agli anni precedenti rappresenta, comunque un passo avanti per raggiungere l’obiettivo di omogeneizzare le prestazioni tecnico scientifiche su tutto il territorio nazionale.”
Da parte sua Alessandro Bratti, direttore generale Ispra, ha sottolineato come il documento approvato, frutto di un intenso lavoro che ha coinvolto tutte le componenti del Sistema, è un buon documento.
“Va sottolineato che si tratta del primo programma che viene elaborato dopo l’entrata in vigore della legge 132/2016 che ha istituito il Snpa, il primo documento strategico del Sistema, e per questo ha un forte carattere “sperimentale”. Questo vuol dire che sicuramente in corso d’opera dovrà essere integrato e migliorato. Il Sistema è in una fase costituente.
E’ importante che ci si inizi a porre degli obiettivi comuni per le attività svolte da Ispra e dalle agenzie ambientali, un primo passo in vista dei LEPTA (Livelli Essenziali Prestazioni Tecniche Ambientali), che costituiscono una delle principali novità della legge 132, e che auspichiamo possano essere presto stabiliti dal Governo. Credo il mio pensiero possa essere condiviso con i colleghi direttori delle Agenzie che hanno dato un contributo determinante alla realizzazione del piano.”
Infine Luca Marchesi, Vicepresidente Snpa e Presidente AssoArpa, ha dichiarato che “Con l’approvazione del Primo Piano Triennale del sistema riferito al triennio 2018/2020 abbiamo compiuto un altro importante passo nella realizzazione di quanto definito dalla legge 132 del 2016. Si tratta di un documento che, nelle more della definizione dei Lepta – sui quali peraltro il Sistema ha prodotto e trasmesso al Ministero alcune importanti proposte di merito è di metodo – vengono definiti alcuni primi elementi chiave nella costruzione di una identità collettiva. Si tratta di una definizione condivisa di missione, visione e valori; di alcune azioni comuni finalizzate a rafforzare l’autorevolezza, la credibilità, la terzietà del sistema; di alcuni primi obiettivi di attività da realizzarsi anche in ottica sussidiaria per corrispondere alle attese del legislatore e – ciò che più conta – alle aspettative del Paese.
Quello di cui il nostro Paese ha bisogno è un Sistema forte, credibile e autorevole, in grado di cominciare a misurarsi con problemi concreti di monitoraggio e controllo ambientale, con un ottica condivisa e con un approccio armonico su tutto il territorio nazionale. Un Sistema che abbia una forte capacità di cominciare a mettere a sistema risorse e competenze; credo che con questo documento abbiamo fatto davvero qualcosa di importante e un primo fondamentale passo in questa direzione.”
Nei prossimi numeri di AmbienteInforma illustreremo in dettaglio i contenuti del Piano approvato.
Bravi, finalmente qualcosa di concreto che riuscirà a salvare l’ambiente in cui viviamo.
Auspico una buona riuscita e un pieno sviluppo del vostro programma, e che da “sperimentale” arrivi ad essere promosso “definitivo” con il massimo dei voti per essere efficiente ed efficace.
Occorre sensibilizzare tutti i cittadini e reprimere con forza chi rema contro.
Auguri