Snpa e Club di Roma, scenari globali e prospettive nazionali
Nella Sala Capitolare del Senato a Roma il secondo evento preparatorio verso la Conferenza nazionale Snpa 2019. Un confronto con il think tank nel suo 50 anniversario su dati, conoscenza ambientale, prospettive future.
E’ possibile intraprendere la strada della sostenibilità con una popolazione, un impatto ambientale e un degrado sociale in crescita? Grazie alla disponibilità di dati e statistiche ambientali, il Club di Roma ha elaborato scenari al 2030 e 2050 rispetto ai 17 obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Le proiezioni mostrano come, proseguendo nell’ attuale situazione, Usa ed Europa non raggiungeranno gli obiettivi, mentre la Cina, partita dal basso, tenderà a centrarne molti più di quelli odierni.
Eccellente sintesi della giornata odierna ma anche ottimi i richiami alle precedenti con il Club di Roma!
Grazie
Nel rapporto I limiti dello sviluppo, nel 1972, fecero delle previsioni. Nessuna di esse si è dimostrata corretta e non di poco. Ma chi non riconosce (anzi celebra) i propri errori (50 anni di errori!) è destinato a ripeterli.
Errare è umano, perseverare …
Se le previsioni di chi celebrava la globalizzazione liberista di 20 anni fa erano corrette. Allora forse è il significato di “corretto” che andrebbe rivisto.
A parole tutto può essere. Dovrebbero essere i dati e la conoscenza, non le opinioni a priori ad aiutarci a formulare giudizi.
I Limiti della Crescita non faceva previsioni. Delineava scenari su scala pluridecennale in base alle possibili scelte future (future per l’epoca, passate, per noi). Tenuto conto degli orizzonti temporali, della complessità del sistema-mondo e delle scelte politiche che questo mondo ha storicamente preso, penso sia difficile considerare errato quel modello ( nello scenario standard).
Per fortuna c’è la libertà di pensiero e d’espressione, quindi non sarò certo io ad impedire a chiunque di celebrare la perfetta inaffidabilità del capitalismo-Titanico mentre si cerca tutti quanti una scialuppa su cui salire.
Se da tanto fastidio “I Limiti della Crescita”, si può sempre continuare a celebrare le sfavillanti meraviglia di questo Perfetto ed inaffondabile capitalismo Titanico. In fondo c’è sempre libertà di pensiero ed espressione.
Si dimentica sempre, commentando “The limits to Grow”, che più volte nel libro è sottolineato che il maggior successo di esso sarebbe stato quello di essere smentito.
Purtroppo anche se non è stato indovinato esattamente il momento in cui, a mò di esempio, si sarebbe esaurito il petrolio, credo che nessuno voglia sostenere che questo non si esaurirà, e quindi non credo che faccia molta differenza che si esaurisca nel 2030 o nel 2100.
Credo invece che i le conseguenze individuate nel libro in funzione delle tendenze in atto alla fine degli annni ’60 inizio ’70 (aumento dell’inquinamento, consumo di suolo, deforestazione, aumento della popolazione, consumo delle risorse naturali) si siano drammaticamente attuate.