L’esperienza dell’indagine su mobilità e smartworking del personale SNPA rappresenta un esempio del valore e delle grandi potenzialità della rete nell’ambito del Sistema costituito da Ispra e dalle agenzie ambientali.
Una iniziativa di successo, con più del 37% di risposte (un dato che non si registra frequentemente per questionari del genere, con alcune agenzie che hanno superato, anche il 70% dei partecipanti) e dalla quale emergono indicazioni molto interessanti (vedi articolo “L’ambiente ringrazia lo smartworking”).
Ma quello che si vuole qui sottolineare è la caratteristica del lavoro a rete che ha prodotto questo risultato. E reti di carattere diverso.
Inizialmente il questionario è stato promosso dalla rete dei comunicatori Snpa, una rete di professionisti in attività omogenee, ormai consolidata da tempo, che – per le caratteristiche del proprio lavoro – è più sensibile a percepire temi di attualità e di interesse per l’opinione pubblica.
Le reti di professionisti in attività omogenee costituiscono, peraltro, il vero e proprio “scheletro” del SNPA, come ha ben individuato il Consiglio del Sistema con la recente riforma della governance. Si tratta delle Reti dei referenti tematici, che sono strutture tecniche permanenti di esperti del Sistema – con rappresentanti di tutte le Agenzie e di ISPRA – a presidio delle principali tematiche tecnico-specialistiche di diffusa operatività nel SNPA. Uno scheletro permanente, e non provvisorio. Così si forma una consuetudine, uno scambio continuo e positivo fra le colleghe e i colleghi che hanno responsabilità analoghe. Condividono problemi simili e mettendosi in rete possono collaborare, trovare soluzioni comuni, interagire per costruire nuove strade condivise. Non quindi un lavoro aggiuntivo, ma un modo diverso e più efficace di lavorare, valorizzando la ricchezza delle diverse esperienze e mettendo a fattore comune quelle più avanzate.
In una rete, non ci sono gerarchie, ma solo nodi “specializzati”, “più avanzati” che si mettono a disposizione delle altre componenti della rete stessa. Non è un caso se le reti di alcune attività trasversali (sicurezza del lavoro da più tempo, e più recentemente comunicatori, educatori ecc.) stanno lavorando in modo davvero integrato e quotidiano. Non si tratta di inventare niente, ma semplicemente di “mettere in rete” quello che già c’è.
L’esperienza della Rete dei comunicatori è un esempio utile in tale senso. La Rete è appunto costituita dai responsabili della comunicazione di Ispra e di tutte le agenzie, ma poi, al suo interno, ci sono comitati di redazione che lavorano per lo più a distanza (in videoconferenza) per la gestione di AmbienteInforma, di Twitter, del sito Web, i gruppi di lavoro temporanei per la redazione del Piano di comunicazione, per la produzione di linee guida sulla comunicazione nelle emergenze, nei quali sono coinvolti collaboratori e collaboratrici con specifiche professionalità, dove ciò che conta è la competenza, la propositività, la capacità di “fare squadra”. In questo modo davvero si fa rete e ci si integra.
Ma la potenzialità più “nascosta”, e ancora più di valore è costituita dalla capacità di mettere in rete le diverse professionalità ed esperienze presenti nel Sistema, che costituiscono un vero e proprio “giacimento prezioso”.
Nell’SNPA lavorano chimici, fisici, biologi, geologi, ingegneri, architetti, comunicatori, avvocati, e molti altri ancora.
Puntare sul “melting pot” di queste diverse esperienze territoriali e professionali, sul lavoro in comune che porta allo stesso tavolo (“virtuale”) punti di vista anche molto diversi valorizzandone la “ricchezza”, può permetterci davvero di far fare al Sistema un vero e proprio salto di qualità.
È appunto il caso dell’indagine su mobilità e smartworking, alla quale hanno lavorato colleghe e colleghi di otto regioni, fra di essi comunicatori; un architetto, mobility manager; un esperto di pianificazione urbanistica ed una statistica che si occupano di inventario delle emissioni; un sociologo che si occupa di programmazione, un economista urbano…
Tornando all’indagine su mobilità e smartworking, proprio la visione/il tema della sostenibilità richiede un approccio di questo tipo, necessario perché ci troviamo in un sistema complesso in cui è fondamentale individuare obiettivi semplici e comprensibili da tutti i cittadini. La capacità di analizzare, fare rete, di comunicare e di condividere sono complementari alle competenze delle singole discipline, i ruoli di provenienza e il caratteristico rigore delle analisi.
La mobilità sostenibile in tutte le sue declinazioni (dal trasporto attivo, alla mobilità collettiva e condivisa, alla mobilità dolce, al mobility management, al travel management,..) è uno dei campi in cui è possibile testare questo tipo di approccio restituendo così agli amministratori e al pubblico una visione olistica dei problemi e delle potenzialità degli insediamenti umani sul territorio.