La partecipazione attiva dei cittadini, con particolare riferimento alla cosiddetta Citizen science è stato il tema centrale di una delle sessioni del 3° evento preparatorio della Conferenza nazionale Snpa, che si è tenuto a Palermo il 5 e 6 dicembre.
L’intervento introduttivo è stato svolto da Carlo Terrabujo, coordinatore del Gruppo di lavoro Snpa sulla ‘Citizen science’ e direttore tecnico di Arpa Veneto, che ha illustrato il percorso che si intende seguire per realizzare un vero e proprio “partenariato” (che per funzionare deve basarsi su delle regole condivise fra i partecipanti) che potrà portare alla realizzazione di progetti di citizen science.
E’ quindi seguita una tavola rotonda, coordinata da Alfredo Pini (Ispra), alla quale hanno partecipato: Giovanni Agnesod (direttore generale Arpa Valle d’Aosta), Rosa Filippini (Amici della Terra), Andrea Borruso (Open Data Sicilia), Gaia Agnello (ECSA), Jesse Marsh (Living Lab), Domenico Schillaci (Progetto Push) e Domenico Fontana (Legambiente).
Giovanni Agnesod ha osservato come il gruppo di lavoro del Sistema sulla citizen science faccia parte del TIC “Ricerca e sviluppo”, e come questo dia il senso di quanto si voglia superare la logica dell’isolamento di chi fa ricerca per confrontarsi con i nuovi contesti. Collegare cittadini con quello che è loro, i cittadini devono sentirsi protagonisti in una dimensione di sistema che è l’ambiente.
Rosa Filippini, che è stata fra i principali protagonisti del referendum che a metà degli anni Novanta produsse la nascita delle agenzie ambientali, ha rilevato come fin dall’inizio era chiaro che per l’ambiente era necessario un contributo collettivo, una capacità di collaborazione, coazione da parte dei cittadini verso il bene comune che è indivisibile e richiede l’apporto di tutti quelli che vivono il territorio. D’altra parte ha anche sottolineato come le agenzie ambientali devono essere sempre “terze”, in quanto il loro ruolo non è confondibile con altri, ed in tal modo possono dare autorevolezza alle loro informazioni.
Andrea Borruso, fa parte della comunità open data sicilia nata per stimolare pubblica amministrazione, imprese a mettere a disposizione dati aperti. Ha sottolineato che l’informazione civica è tutto ciò che appartiene al cittadino e che lo rende autonomo e gli permette di prendere decisioni. La realizzazione di un partenariato fra istituzione e cittadini, sarebbe un modo per trasformare la burocrazia digitale in informazione civica. La Pubblica amministrazione potrebbe fare un salto di qualità iniziando ad utilizzare informazioni provenienti dai cittadini.
Gaia Agnello, ha osservato che la citizen science sta conseguendo un grande successo a livello mondiale, producendo responsabilizzazione de cittadino, coesione della comunità, dimostrando è possibile raccogliere tantissimi dati in un breve periodo grazie al contributo dei cittadini. Ha quindi ricordato che l’ECSA è stata fondata nel 2014 e comprende agenzie, università, scuole, ong. La prossima conferenza europea si terrà a Trieste.
Jesse Marsh, ha parlato del Living lab, che è un contenitore per favorire la ‘coprogettazione’ fra vari soggetti (istituzioni, imprese, cittadini, mondo della ricerca) della innovazione della nostra società, lavorando sulla connessione fra dati, consapevolezza e comportamenti.
Domenico Schillaci ha detto promuove progetti di innovazione urbana con la velleità di migliorare le città e la vita dei cittadini. Si sviluppano servizi per i cittadini lavorando con loro (citizen centred). Fare innovazione è un processo che si basa sulla iterazione (prototipi, che si provano e si cambiano) procedendo per step successivi.