I consumi di fitofarmaci in Toscana dal punto di vista dei recettori – Classe di impatto potenziale (CIP) – indicatore ambientale, eco-tossicologico, tossicologico riferito alla risorsa idrica, all’ecosistema e alla salute.
Stando ai dati di vendita forniti da Istat, il consumo totale di fitofarmaci in Toscana nel triennio 2013-2015, è attestato sulle 2800 tonnellate, circa il 5% del dato nazionale, in leggera crescita nell’ultimo triennio.
Quasi la metà delle vendite (49%) è rappresentata da prodotti a base di zolfo, circa il 19% da prodotti a base di rame, circa il 30% da prodotti organici di sintesi.
Questa ultima categoria di sostanze è quella che storicamente rappresenta i maggiori pericoli di contaminazione della risorsa idrica, come dimostrano i risultati del monitoraggio dei residui dei pesticidi nelle acque in Italia degli ultimi anni ed il principale pericolo di effetti avversi nei confronti dell’ ecosistema e della salute umana.
L’erbicida glifosate, i fungicidi fosetil-alluminio e mancozeb sono le sostanze attive più vendute in Toscana. La quantità media di glifosate negli ultimi tre anni assomma a circa 250 tonnellate, più del doppio della quantità media di fosetil-alluminio e più del quadruplo di quella del mancozeb. Da sole queste tre sostanze attive rappresentano per quantità il 50% delle sostanze vendute in Toscana. Circa l’ 85% per cento delle vendite in Toscana è rappresentato da 25 sostanze attive.
La direttiva 2009/128/CE sull’uso sostenibile dei pesticidi, recepita in Italia con il Dlgs 150/2012, pone fra i suoi obbiettivi
- la promozione dei metodi di lotta biologica,
- l’obbligo di adottare i principi della lotta integrata a basso apporto di fitofarmaci,
- la riduzione, l’eliminazione e la sostituzione delle sostanze pericolose per gli ecosistemi acquatici e di quelle che sono causa del mancato raggiungimento o mantenimento degli obiettivi di qualità delle acque fissati dalla Direttiva 2000/60/CE, in particolare di quelle che rappresentano fonti di approvvigionamento di acqua potabile.
Negli ultimi anni quasi ogni regione ha adottato il Piano di azione nazionale (PAN) di cui al Dm 22 gennaio 2014, pochissime hanno fissato obiettivi specifici di riduzione/eliminazione di determinate sostanze attive a protezione delle acque, nessuna ha indicato in modo esplicito a quali strumenti si affidi per il monitoraggio dei consumi nel proprio territorio, mentre tutte si affidano alle Agenzie ambientali per il monitoraggio dei residui nelle acque.
Monitorare il consumo dei fitofarmaci sul proprio territorio, essenziale per verificare nel tempo il grado di raggiungimento degli obiettivi della direttiva sull’uso sostenibile, rimane un’impresa ardua. Istat rende pubblici i dati di vendita solo in forma aggregata, il Sian (Sistema informativo agricolo nazionale) ha pubblicato i dati di vendita fino al 2012 , poi ha sospeso l’attività e il registro dei trattamenti – presente in azienda per lo più in formato cartaceo – è praticamente inutilizzabile come tale.
Recentemente in Regione Toscana sono apparsi progetti interessanti sia sul fronte dell’informatizzazione dei dati di vendita (presso i rivenditori autorizzati) che dei dati di utilizzo (presso le aziende che aderiscono ai programmi di lotta integrata) che potrebbero consentire in futuro una più agevole consultazione e una puntuale ricognizione dei consumi su base territoriale.
Recentemente Arpat ha proposto l’indicatore Classe di impatto potenziale (CIP) che consente di misurare l’andamento dei consumi di fitofarmaci in un determinato territorio con una modalità non soltanto quantitativa ma correlata alle caratteristiche ambientali, eco-tossicologiche e tossicologiche delle sostanze attive ricavati dalla banca dati Pesticide Properties Database.
L’indicatore CIP, da solo o associato alla quantità di fitofarmaci, può costituire una guida per indirizzare le scelte di sostenibilità ambientale nelle politiche di riduzione dell’impatto da pesticidi in determinati territori, in particolari contesti e a protezione di determinati recettori. Può trovare applicazione come supporto nella fase progettuale di pianificazione territoriale (ad esempio i piani di sviluppo rurale) o settoriale (ad esempio i piani di gestione delle acque, la regolamentazione delle aree di salvaguardia) finalizzata ad una maggiore tutela ambientale ed anche come strumento di monitoraggio e di valutazione del risultato di strategie sostenibili in ambito agricolo.
Di seguito l’andamento dei consumi di fitofarmaci negli ultimi anni in Toscana, letto attraverso l’ indicatore CIP con riferimento al comparto acqua, all’ecosistema, alla salute e ai rispettivi indicatori di singola proprietà/recettore che li compongono.
Indicatore | Proprietà ambientale |
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Solubilità in acqua a 20°C (mg/l) | Affinità per l’acqua |
Koc (ml/g) | Mobilità |
DT50 suolo (giorni) | Persistenza nel suolo |
DT50 acqua – idrolisi pH7 (giorni) | Persistenza in acqua |
DT50 sedimento (giorni) | Persistenza nei sedimenti |
Indice di GUS | Potenziale di percolazione |
Indicatore | Proprietà/ recettore eco-tossicologico |
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log Kow | Affinità al bioaccumulo |
LD50 acuta mammiferi (orale mg/kg BW/day)NOEL dieta breve termine (mg/kg) | Tossicità per i mammiferi |
LD50 acuta uccelli (mg/kg) | Tossicità per gli uccelli |
LC50 acuta pesci (96h-mg/l)
NOEC 21 giorni (mg/l) pesci |
Tossicità per i pesci |
EC50 acuta invertebrati acquatici (48h mg/l) | Tossicità per gli invertebrati acquatici |
NOEC 21 giorni (mg/l) invertebrati acquatici | |
LD50 acuta api (48h ug/ape; orale/contatto) | Tossicità per le api |
LC50 acuta lombrichi (14d mg/kg)NOEC 14 giorni riproduzione (mg/kg) | Tossicità per i lombrichi |
Indicatore | Proprietà tossicologiche |
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ADI (mg/kg bw) | Dose giornaliera accettabile |
Distruttore endocrino | Effetti sul sistema endocrino |
Effetti riproduzione/sviluppo | Effetti sulla riproduzione/sviluppo |
Mutagenesi | Effetti mutageni |
Cancerogenesi | Effetti cancerogeni |
Altre risorse: Fitofarmaci – Classe di impatto potenziale (CIP)