Fattibilità analitica
Lucia Antoci, Michele Lorenzin – Gruppo di lavoro Snpa per il tema prodotti fitosanitari
E’ importante tenere conto della “fattibilità analitica” delle sostanze attive – la reale possibilità di analisi in laboratorio – una volta selezionate come lista da adottare nell’attività di monitoraggio. Tale tematica investe molteplici aspetti, dalla dotazione strumentale di cui deve essere provvisto un laboratorio che effettua l’indagine di residui di fitofarmaci in matrici ambientali, alla necessità di ricercare sostanze per le quali non sono disponibili metodi applicabili nella normale routine analitica.
Non c’è dubbio che per eseguire analisi in campo ambientale è necessario l’uso di tecnologie avanzate, ormai divenute insostituibili anche in considerazione delle prestazioni richieste dalla vigente normativa. L’evoluzione delle tecniche analitiche e di quelle strumentali, GC-MS e LC–MS, ha condotto i laboratori all’utilizzo quasi in via esclusiva dei metodi multi-residuo, con i quali è possibile la ricerca contemporanea di molteplici sostanze attive aventi caratteristiche chimico- fisiche diverse.
Con la strumentazione di ultima generazione LC-MS/MS è possibile la ricerca di gran parte delle sostanze attive con priorità alta e medio-alta (analisi multiresiduo). Con questa tecnica viene eliminata anche la fase di estrazione con l’iniezione diretta del campione.
A breve, il metodo per l’analisi nelle acque, alla stesura del quale hanno partecipato alcuni colleghi delle Agenzie ambientali, dovrebbe essere pubblicato dall’Istituto superiore di Sanità. Per l’aspetto analitico rimane ancora critica la ricerca di alcune sostanze attive rilevanti per il loro massiccio impiego, quali il glifosate – per il quale è necessaria l’adozione di uno specifico metodo analitico – e altre sostanze, come ad esempio il mancozeb ed il fosetil-alluminio, per i quali a tutt’oggi non sono stati sviluppati metodi mono-residuo affidabili e applicabili nella routine. Glifosate e Ampa attualmente vengono ricercati in 5-6 Agenzie. Esistono metodi affidabili che a breve dovrebbero essere pubblicati dall’Istituto superiore di sanità. Come nel caso precedente alla stesura dei metodi hanno partecipato colleghi delle Agenzie Ambientali.
Metodo 1 cromatografia ionica e Orbitrap
Metodo 2 derivatizzazione FMOC e LC-MS/MS (FMOC: 9-fluorenylmethylchloroformate)
Metodo 3 derivatizzazione ACQ e LC-MS/MS (ACQ: 6-aminoquinolyl-N-hydroxysuccinimidyl carbamate)
In tabella sono riportate le altre sostanze attive per le quali permangono difficoltà di analisi e assenza di metodi applicabili alla routine di laboratorio.
Un altro aspetto critico della fattibilità analitica investe le caratteristiche prestazionali previste dal D.Lgs. 172/2015 che stabilisce limiti di quantificazione (LOQ) target in relazione agli Standard di qualità ambientale (SQA) previsti per ogni sostanza attiva.
Alcuni fitofarmaci inclusi nella Tab. 1/A (Endosulfan, Cipermetrina, Diclorvos) hanno SQA e quindi LOQ così bassi da non risultare compatibili con le attività routinarie di monitoraggio anche se inseriti nel metodo multiresiduo e analizzati con la strumentazione più sensibile oggi disponibile. La possibile alternativa di ricorrere all’utilizzo di grandi volumi di campione, nell’estrazione delle sostanze attive, pone seri problemi di valutazione della risposta strumentale e restituisce un dato quantitativo poco significativo a causa degli elevati livelli d’incertezza che caratterizzano le misure.