La tecnologia applicata al monitoraggio della biodiversità delle pareti rocciose

A partire da gennaio 2025, l’ufficio biodiversità di Arpa Liguria ha avviato alcune attività sul campo per approfondire la conoscenza della fauna e degli habitat presenti sulle pareti rocciose della Val Pennavaire, al confine fra le province di Savona, Imperia e di Cuneo. Questa area infatti è protetta e fa parte della Zona Speciale di Conservazione (ZSC), denominata “Castell’Ermo – Peso Grande”.

Le zone speciali di conservazione sono siti Natura 2000 in cui sono applicate misure di conservazione necessarie alla tutela di specie e habitat d’importanza a livello europeo.

Lo studio in corso, realizzato per conto della Regione Liguria nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), prevede l’impiego di registratori sonori automatici, termocamere e droni, per raccogliere informazioni su vari aspetti ambientali in modo più efficiente e meno  oneroso rispetto ai metodi tradizionali, sviluppati negli anni con la presenza di operatori sul campo.

L’attività dell’uomo, infatti, è particolarmente difficile in ambienti come quelli delle pareti rocciose, dove l’accesso può essere complicato e la permanenza in sito non può essere continuativa.

La tecnologia aiuta a misurare e registrare per periodi ininterrotti impensabili fino a qualche anno fa, con risultati  basati su una notevole mole di dati.

Le indagini si concentrano principalmente su tre target: gli uccelli, i pipistrelli e gli habitat protetti presenti nella zona.

Questo studio non solo contribuirà a una migliore comprensione della biodiversità locale, ma fornirà anche informazioni preziose per una gestione più consapevole e sostenibile di questo peculiare territorio, per permettere una sua fruizione in armonia con le risorse naturali presenti.

Inoltre, il progetto prevede un confronto tra l’efficacia dei monitoraggi effettuati con le nuove tecnologie e quella dei metodi tradizionali di rilevamento. Le specie studiate includono il gufo reale, il falco pellegrino e l’aquila reale, oltre a tutte le specie di pipistrelli e all’habitat rupestre 8210, che comprende le pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica, caratterizzate cioè da piante rupestri che vivono nelle fessure o nei crepacci delle rocce.

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