Con il termine “aliena” si indica qualsiasi specie che non sia nativa di un determinato habitat ma vi sia stata introdotta, accidentalmente o di proposito. Una specie aliena è anche “invasiva”, qualora la sua presenza e persistenza costituiscano un disturbo e una minaccia nei confronti delle specie autoctone, della biodiversità degli ecosistemi locali o, in alcuni casi, dell’uomo.
Le specie aliene invasive sono considerate una delle maggiori cause di perdita di biodiversità mondiale, insieme con il cambiamento climatico, l’alterazione e la perdita di habitat, il sovrasfruttamento delle risorse e l’inquinamento.
Le specie aliene invasive sono considerate un potenziale pericolo, in quanto possono competere con le specie autoctone per le risorse nutritive, oppure possono predarle; inoltre possono creare problemi agli habitat, alterandone la morfologia e la composizione, infine, spesso sono anche in grado arrecare danno all’uomo, per esempio danneggiando le colture o veicolando malattie.
Grazie alla cooperazione tra gli stati membri dell’Unione Europea, è stata prodotta una mappatura geografica aggiornata che comprende anche la distribuzione delle 11 specie inserite dal 2017 nella Lista delle specie aliene invasive di rilevanza unionale (Regolamento UE 1143/2014, entrato in vigore nel 2015), che ad oggi conta un totale di 48 specie. L’attività del Centro comune di ricerca (JRC), con sede in Belgio, contribuisce ad aiutare i singoli paesi membri della UE nel controllo delle specie aliene invasive, al fine di contenere la loro diffusione e se possibile di prevenirla.
Il nuovo report del JRC contribuisce ad implementare l’applicazione del Regolamento UE, fornendo informazioni utili per l’identificazione e la localizzazione delle specie invasive, mostrando anche la distribuzione geografica delle specie incluse nella lista. Inoltre è uno strumento ulteriore che può essere impiegato per il raggiungimento di uno dei 5 Target previsti dalla Strategia UE per la Biodiversità fino al 2020, ossia “combattere le specie aliene invasive”. Il JRC, inoltre, ha creato il network EASIN (European Alien Species Information Network) che offre servizi web e tool gratuiti che facilitano l’accesso alle informazioni sulle specie aliene a policy maker e scienziati, ma anche ai cittadini.
Nell’immagine a seguire la mappa di distribuzione delle specie aliene invasive in Europa (a destra è indicato il colore e il numero di specie corrispondente – fonte: JRC Science Hub).
Il report fornisce informazioni su ognuna delle specie, riportando il nome comune, il motivo dell’introduzione in natura, l’impatto e la distribuzione geografica. Come evidenziato nella cartina, la maggior concentrazione di specie aliene invasive si riscontra in Gran Bretagna, Belgio, Paesi Bassi e paesi dell’Europa nord-occidentale. Per la maggior parte delle specie l’introduzione risale a molto tempo fa, come la “pianta dei pappagalli” (Asclepias syriaca), che dal Nord America arrivò in Francia agli inizi dell’800, o l’oca egiziana (Alopochen aegyptiacus), che nel 1676 venne importata in Inghilterra dall’Egitto e scappò disperdendosi nelle campagne. Vi sono anche casi più recenti, come quello del famoso gambero rosso della Louisiana, o “gambero killer” (Procambarus clarkii), introdotto per la prima volta in Spagna negli anni ’70 grazie all’acquacoltura e oggi diffuso negli habitat dulciacquicoli di tutta l’Europa occidentale, o dello scoiattolo grigio (Sciurus carolinensis), diffusosi nel 1876 a partire dall’Inghilterra, dove era presente negli zoo e come animale da compagnia.
jrc114406_finalTesto di Elena Fumagalli
Nella visione antropocentrica con cui si fanno commenti e si scrive sulle specie “aliene invasive”, si dice che esse possono “recare danno all’ambiente e anche all’uomo”, ecc. Nessuno è così onesto intellettualmente e consapevole che la principale e più pericolosa specie invasiva è proprio Homo sapiens?
Pensiamo a quanto siamo capaci di impattare l’ambiente, cementificare le superfici, cambiare il regime delle acque, bruciare il carbonio fossile e aumentare i gas serra e soprattutto alla velocità con cui abbiamo fatto tutto questo, inquinato e riscaldato il pianeta intero in meno di 150 anni.
Poi, non ultima considerazione, moltissime specie aliene sono state introdotte proprio dall’uomo, casualmente o tramite i commerci, i viaggi, la deliberata scelta, ecc. Tutte le forme di vita, compresa la nostra, sono da sempre in viaggio nell’ambiente per cercare migliori condizioni, fa parte dell’evoluzione, ma la lentezza dei processi naturali non spiegherebbe la velocità in cui tutto questo accade oggi.
Cosa direbbero di noi una qualunque delle numerose specie minacciate di estinzione a causa di tutto questo?