Pietro Greco, sulla rivista Micron parla di uno degli effetti dei cambiamenti climatici, quello dell’arrivo in Italia di insetti di vario genere che normalmente vivono nei paesi tropicali, e che, in alcuni casi, sono portatori di malattie.
Alcuni giornali hanno gridato, nelle scorse settimane, al pericolo colera dopo che due migranti, giunti in Italia con regolare volo aereo, sono stati ricoverati in un ospedale di Napoli con i sintomi della malattia infettiva. Qualcuno ha evocato un pericolo sanitario da malattie esotiche associato ai migranti. Le autorità sanitarie hanno giustamente fatto presente che non c’è un’emergenza colera e che non c’è neppure un’emergenza migranti. Chi arriva da noi sui barconi non porta con sé pericolose malattie.
Il pericolo, semmai, viene da altri viventi che vengono dall’Africa e/o dall’Asia a causa dei cambiamenti climatici: zanzare, zecche, insetti vari. Di recente Massimo Galli, Presidente della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (SMIT), ha rilevato come l’estate 2018 sia iniziata con un aumento delle segnalazioni di punture di zecche. In provincia di Belluno i casi di infezioni da virus dell’encefalite da zecche riportati a luglio hanno superato il numero delle diagnosi degli anni precedenti. La regione Veneto è intervenuta per rendere gratuita la vaccinazione.
Sempre a luglio il virus West Nile, trasmesso dalla zanzara comune, la Culex pipiens, aveva già provocato un numero di infezioni più numerosi di quelli segnalati in tutto nel 2017. Ad agosto erano stati diagnosticati 103 casi di malattia neuro invasiva, tre volte il numero medio di casi – 32 – osservato negli ultimi cinque anni. L’anno scorso, di quest’epoca, i casi segnalati erano in tutto 13. In questi anni abbiamo imparato a parlare anche di altri virus, da quello della Chikungunya a quello di Zika a quello che provoca la febbre di Dengue. La presenza crescente di questi virus e di altri agenti infettivi in Italia non è dovuta agli immigrati umani, ma appunto ai cambiamenti climatici. I loro vettori, a iniziare dalle zanzare, o si stanno adattando a trasportarli o arrivano in Italia e trovano un ambiente finalmente accogliente, a causa dell’aumento della temperatura.
Di recente l’Organizzazione Mondiale di Sanità (OMS) ha pubblicato un rapporto, Climate and Health Country Profile dedicato all’Italia, dove ha indicato quali sono i punti critici per la salute determinati dai cambiamenti climatici. Il primo riguarda le cosiddette “onde di calore”, ovvero i giorni eccezionalmente caldi. Il nostro paese, tra quelli europei, è tra i più a rischio. Nel 1990 questi giorni non erano più di 10 l’anno. Negli scenari peggiori dei cambiamenti climatici potrebbero diventare 250 a fine secolo. Insomma, più di due terzi dell’anno immersi in un caldo umido insopportabile, con gravi ripercussioni per giovani e soprattutto anziani. Non meno grave potrebbero essere due fenomeni meteorologici in apparenza contraddittori: l’aumento del numero di giorni con “bombe d’acqua” e conseguenti inondazioni, come avvenuto nei giorni scorsi in Sicilia, e l’aumento dei giorni consecutivi di siccità, ovvero con assoluta mancanza di pioggia. I rischi per la salute in ambedue i casi sarebbero notevoli.
Oltre ad altri effetti che hanno un’influenza più o meno diretta sulla salute, anche l’OMS fa riferimento ai “nuovi” agenti infettivi virali presenti ormai sul territorio italiano. In particolare a quelli il cui vettore sono le zanzare. L’organizzazione sanitaria li divide in famiglie di virus: quella dei Togaviridae (il virus Chikungunya virus); quella dei Flavivirus (virus del West Nile); quella degli Usutu (con due virus trasmessi dalla zanzara Culex neavei): la famiglia dei virus di Dengue e di Zika. Molti ricordano una prima epidemia di Chikungunya scoppiata in Emilia-Romagna e un’ultima nell’estate del 2017.
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