Frequentemente abbiamo parlato sulle pagine di AmbienteInforma di specie aliene, cioé di specie (animali o vegetali) che si trovano al di fuori della propria area di origine in conseguenza di una azione diretta volontaria o accidentale da parte dell’uomo.
Una parte di queste specie aliene, viene definita invasiva.
Le specie aliene sono quelle specie trasportate dall’uomo in modo volontario o accidentale al di fuori della loro area d’origine.
Tra le piante per esempio, la robinia o acacia (Robinia pseudoacacia), uno degli alberi più comuni nelle nostre città e campagne, è una specie aliena: originaria degli Stati Uniti sud-orientali, fu introdotta nel 1601 in Francia come albero ornamentale dai giardinieri del re Luigi XIII ed è stata poi usata in tutta Europa sia nei giardini che per il consolidamento dei terreni.
Tra gli animali, anche il comunissimo pesce siluro, oggi presente in tutti i nostri fiumi, è una specie aliena: originario dell’Europa Orientale e dell’Asia Occidentale, fu introdotto in Italia dall’inizio degli Anni Cinquanta in poi per la pesca sportiva.
Alcune tra le specie aliene che si insediano con successo nell’area in cui vengono introdotte, si diffondono in maniera rapida causando gravi danni alle specie e agli ecosistemi originari di quel luogo, spesso accompagnati da ricadute economiche e problemi sanitari. Queste specie sono definite specie aliene invasive o IAS, acronimo dell’inglese Invasive Alien Species. Fra l’altro, proprio recentemente la Commissione europea ha pubblicato il nuovo elenco delle specie esotiche invasive di rilevanza unionale.
Perché alcune specie introdotte in una nuova area diventano invasive e altre no?
Il successo dell’invasione è dovuto a una combinazione di fattori che vanno dalle caratteristiche biologiche ed ecologiche proprie della specie entrante e che possono renderla più competitiva di quelle native, ad ambienti favorevoli o più vulnerabili ad essa, quali spesso sono le isole o le acque interne. Altri fattori possono essere del tutto casuali come ad esempio le temperature o le precipitazioni che si verificano nel periodo di arrivo della nuova specie.
Il giacinto d’acqua, pianta acqua dolce originaria del bacino del Rio delle Amazzoni e introdotta in Europa come pianta ornamentale degli stagni e dei piccoli fiumi, è un classico esempio di specie aliena invasiva. Oggi questa pianta si è infatti espansa in moltissimi corsi d’acqua, laghi e stagni a discapito di piante acquatiche native e sta causando grossi problemi alle reti irrigue, agli impianti idroelettrici e di depurazione, alla navigazione, alla pesca sia amatoriale che professionale.
La zanzara tigre è forse tra gli animali il caso più conosciuto di specie aliena invasiva. Originaria del Sud-est Asiatico, è stata introdotta accidentalmente in diversi paesi europei tra gli anni Settanta e Novanta e da allora si è diffusa in maniera incontrollata in tutta Europa. Le punture della zanzara tigre, come tutti abbiamo sperimentato sulla nostra pelle, sono estremamente fastidiose e causano talvolta forti reazioni allergiche e infiammatorie nelle persone molto sensibili. Questa specie e di grande interesse sanitario essendo responsabile della diffusione del virus chikungunya nel 2007 e probabilmente del virus zika in anni recentissimi.
Delle specie aliene invasive si occupa il progetto Life Asap, di cui abbiamo già parlato su AmbienteInforma, a cui partecipa Ispra, con il coordinamento del ricercatore Piero Genovesi. Il progetto ha come obiettivo di ridurre il tasso di introduzione delle specie aliene invasive (IAS) sul territorio italiano e mitigarne gli impatti. In particolare, Life ASAP mira ad aumentare la consapevolezza e la partecipazione attiva dei cittadini sul problema delle IAS e a promuovere la corretta ed efficace gestione delle IAS da parte degli enti pubblici preposti grazie alla piena attuazione del regolamento europeo in materia di specie aliene invasive (EU 1143/2014).
Fra le iniziative realizzate dal progetto, una App disponibile sia per dispositivi iOS che Android, che consente a tutti i cittadini di partecipare alla raccolta di segnalazioni di specie aliene invasive, diventando un “Alien ranger”. Nel sito è disponibile un video tutorial per illustrare come utilizzare la App.
I dati raccolti, una volta validati da esperti di settore, andranno ad arricchire i database nazionali ed internazionali fornendo informazioni preziose che saranno utilizzate per finalità scientifiche e gestionali.
Come segnalare un insetto alieno
Salve, ho osservato in mare sabato scorso in localita’ Marina di Pulsano (TA) una formazione che potrei descrivere come un cilindro cavo trasparente lungo circa 130 cm per 25 cm a forma variabile e composto da una rete probabilmente di uova. Da una ricerca su google sembra che questi avvistamenti siano rari in genere e nei nostri mari. Qualcosa di simile e’ riferito a uova di calamaro in Australia. Ho delle foto in caso questo possa essere di interesse.
Ho visto una luce ferma per ore e non si muoveva , mi trovavo a Battipaglia terme a casa di un amico e ho fatto delle foto
Salve,
ho ragione di credere di avere un nido di liometopum occidentale in una quercia vicino a casa. Siamo in Umbria nell’orvietano.
Da una ricerca superficiale mi risulta che non dovrebbero esserci, così mi è sembrato il caso di segnalarlo.
Grazie
Buongiorno, ho rinvenuto oggi nel mio garage un esemplare di Platydemus manokwari (di cui ho le foto) riconosciuto tramite Google Lens. Considerato che ho letto essere pericoloso per lumache e lombrichi, l’ho eliminato ma mi è sembrato utile segnalarne la presenza a Firenze.