Emergenze ambientali: gli incendi in Lombardia

L’ennesimo episodio – quello che ha coinvolto l’Alfa Maceri di Cologno Monzese – risale a domenica 11 marzo 2018 ed è solo l’ultimo di una lunga serie di incendi che, negli ultimi anni, sta conoscendo un preoccupante incremento anche in Lombardia.

Secondo un recente report stilato dalla Unità organizzativa Sistemi di gestione ed emergenze di Arpa Lombardia, su 961 segnalazioni pervenute a Sala operativa di Protezione civile nel 2017, sono state 617 quelle prese in carico dai tecnici dell’Agenzia.

Di queste, 61 risultano relative ad incendi, rappresentando circa il 10% del totale delle emergenze gestite nell’anno.


La maggior parte di questi eventi ha coinvolto impianti di trattamento/smaltimento o depositi – autorizzati o abusivi – di rifiuti. Le province più interessate da incendi di particolare rilevanza dove, in molti casi, è stato necessario anche l’intervento del Gruppo specialistico contaminazione atmosferica per la misura di microinquinanti, sono state quelle di Milano, Brescia, Pavia e Varese.

Diversi episodi hanno suscitato un’elevata attenzione mediatica dovuta alla crescente preoccupazione dei residenti nelle zone limitrofe all’evento, spesso densamente abitate. Un esempio è l’incendio del 6 settembre 2017 all’impianto di trattamento e recupero rifiuti Eredi Bertè di Mortara (Pavia).
Sempre più spesso, nel corso degli interventi ci si è dunque trovati a dover individuare il giusto equilibrio fra diverse esigenze: da quelle legate a risposte immediate, richieste dai sindaci e dalle autorità sanitarie, a quelle di accuratezza analitica, che invece sono necessarie per la valutazione complessiva dell’evento nel post emergenza. E, ancora, a dover conciliare le esigenze di trasparenza, rispetto alle richieste dei media e dei cittadini, con quelle di riservatezza, proprie dell’attività delle autorità giudiziarie.

Alcuni dei siti coinvolti dagli incendi più importanti sono stati oggetto della visita effettuata, a inizio dicembre 2017, dalla Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti (la cosiddetta Commissione Ecomafie) che, in quell’occasione ha ricevuto da Arpa le delucidazioni di carattere tecnico sugli interventi e i risultati dei monitoraggi effettuati, nonché sulla funzione di Ufficiale di Polizia Giudiziaria introdotta da pochi mesi dall’Agenzia, in applicazione della legge 132 istitutiva del Sistema nazionale di protezione ambientale. La Commissione ha visitato i siti della Eredi Berté di Mortara e del deposito rifiuti della ditta Carluccio a Cinisello Balsamo (MI), andato a fuoco il 2 ottobre (a luglio un altro deposito dello stesso gruppo era già  bruciato a Bruzzano, sempre nel milanese), e infine quello della ditta Faeco di Bedizzole (BS).

Dal punto di vista procedurale e organizzativo, alcune delle criticità riscontrate nel corso di eventi emergenziali così rilevanti hanno fatto sì che venisse affrontato l’aggiornamento integrale del Sistema di risposta alle emergenze dell’Agenzia. La revisione della procedura, ha compreso fra l’altro la ridefinizione dei ruoli di responsabilità esercitati dalle figure interne dell’Agenzia, reperibili e non; la classificazione degli eventi in ordinari, straordinari e complessi, per individuare gli attori coinvolti nella loro gestione; la facoltà, da parte del direttore generale, di individuare un direttore centrale o di settore quale responsabile unico di tutti gli interventi, ivi compresi i rapporti con le istituzioni e con l’ufficio stampa, per gli eventi complessi. Sono stati inoltre declinati i flussi comunicativi interni ad Arpa e i soggetti deputati alle comunicazioni tecniche istituzionali, così come i vari compiti all’interno della catena comunicativa destinata ai media, dai tecnici sul campo, ai direttori, all’ufficio stampa che è l’unico titolato alle comunicazioni col mondo mediatico, in accordo con la direzione generale.

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