Nel corso del recente workshop presso il JRC di Varese, i metodi presentati da Arpa Lombardia e Arpa Friuli Venezia Giulia hanno grande interesse da parte dei 27 paesi membri.Negli ultimi anni si è registrato, sia da parte di tutti i livelli istituzionali che da parte dei cittadini, una crescente domanda di conoscenza della qualità delle matrici ambientali, non di rado in relazione a tematiche emergenti quali, solo per citare alcuni tra gli esempi più conosciuti, i PFAS ed AMPA e Glifosato nelle acque superficiali e sotterranee. Anche l’Unione Europea, attraverso specifici provvedimenti legislativi, richiede ai Paesi Membri una mappatura che non si limita alle note sostanze prioritarie, ma che guarda oggi al vasto ambito degli inquinanti emergenti, la cui conoscenza sui possibili effetti nell’ambiente è oggi in continuo aggiornamento grazie all’apporto della ricerca scientifica.
Per poter venire incontro ad una richiesta crescente di dati, sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo, si rende necessaria una sempre più elevata capacità tecnologica ed operativa nelle attività analitiche da parte di tutti i laboratori impegnati nelle attività di monitoraggio ambientale, sia a livello nazionale che internazionale.
Lo conferma il recente workshop che ha avuto luogo il 1 e 2 marzo presso il Joint Research Centre di Ispra (VA) sul tema della watch list, che ha visto coinvolti esperti provenienti dai laboratori di Agenzie ambientali e centri di ricerca dei 27 stati membri dell’Unione Europea, impegnati in un serrato confronto sulle modalità esecutive delle analisi, l’affidabilità dei metodi proposti, le soluzioni tecnologiche più efficaci, le modalità di conservazione e preparazione dei campioni. Un’attenzione particolare è stata peraltro rivolta a tutte quelle sostanze per le quali risultava tecnicamente difficoltoso, per alcuni Paesi Membri, il raggiungimento dei livelli di quantificazione richiesti, legati al PNEC (Predicted no effect value), ovvero alla soglia in corrispondenza della quale non si registrano più effetti sull’ambiente.
Un forte interesse è stato riscontrato nei confronti dei contributi di Arpa Lombardia e Arpa Friuli Venezia Giulia per quanto riguarda lo sviluppo e la validazione di metodi di elevata complessità, come nel caso degli ormoni nelle acque (metodo presentato da Arpa Lombardia), dove la Decisione 495/2015 della CE richiede per uno di questi (17-alfa-etinilestradiolo) il raggiungimento di un limite di quantificazione pari a 0,035 ng/L, inferiore ai livelli finora raggiunti nella determinazione della maggioranza delle sostanze normalmente ricercate nelle acque.
Tale risultato è stato possibile principalmente grazie alla elevata qualificazione degli operatori coinvolti, unita all’impiego di strumentazioni di ultima generazione (cromatografia liquida accoppiata a spettrometria di massa tandem QTRAP) e ad una procedura di pre-concentrazione del campione (estrazione in fase solida off-line ed on-line in serie) appositamente sviluppata.
La stessa strumentazione ha permesso di determinare con adeguata sensibilità la concentrazione degli antibiotici macrolidi (azitromicina, claritromicina, eritromicina), secondo una metodica presentata al workshop di Ispra in un contributo predisposto da ARPA Friuli Venezia Giulia, accolto anche questo da un considerevole interesse da parte della platea degli esperti presenti.
Data l’importanza ritenuta ormai strategica del ruolo svolto dai laboratori nell’affrontare la complessa tematica degli inquinanti emergenti, è stata sottolineata la necessità di un’attiva collaborazione tra gli istituti dei vari paesi attraverso uno scambio di esperienze, protocolli analitici, campioni da sottoporre analisi, esecuzione di circuiti inter-laboratoriali, ed è stato annunciato un nuovo workshop in ottobre che raccoglierà i contributi dei laboratori partecipanti sui progressi ottenuti sulle molecole attualmente ancora difficoltose da determinare e sui risultati raggiunti sulle nuove sostanze aggiunte alla watch list e previste per i monitoraggi futuri.
Ci auguriamo che anche in questa prossima occasione la rete dei laboratori del SNPA possa contribuire attraverso risposte efficaci alle sfide poste oggi nel campo dei monitoraggi ambientali.
Nella foto Arpa Lombardia presso Jrc lo scorso 1-2 marzo 2018.