Tra le alghe monitorate, riveste particolare importanza l’Ostreopsis ovata, una microalga epifita bentonica (fa parte del benthos, il complesso di organismi che vivono stabilmente sul fondale) capace di produrre tossine del gruppo della “palitossina”, tra le più potenti tossine marine conosciute.
La Struttura di Ragusa, nel triennio 2014 -2016, nell’ambito dell’attività istituzionale di Arpa Sicilia, finalizzata alla sorveglianza algale delle acque di balneazione, coordinata dalla Struttura Area Mare dell’Agenzia, ha effettuato un monitoraggio del litorale della Provincia di Ragusa. Oltre alle specie di alghe visibili ad occhio nudo ve ne sono altre microscopiche. Tra queste riveste particolare importanza l’Ostreopsis ovata, una microalga epifita bentonica (fa parte del benthos, il complesso di organismi che vivono stabilmente sul fondale) capace di produrre tossine del gruppo della “palitossina” una delle più potenti tossine marine conosciute. Le vie di penetrazione della palitossina nell’organismo umano sono rappresentate dall’apparato respiratorio (per inalazione). I sintomi da esposizione all’O. ovata compaiono generalmente dopo 2-6 ore dal contatto e regrediscono in media entro un periodo di 24-48 ore, provocando nell’organismo umano stati di malessere transitorio come ad esempio riniti, faringiti, laringiti, bronchiti, febbre, dermatiti.
Condizioni climatiche ottimali hanno consentito a questa microalga di svilupparsi nelle coste ragusane e riprodursi molto velocemente. Quando si verifica la fioritura dell’alga, le acque in superficie possono presentare colorazioni anomale e talvolta chiazze schiumose biancastre e marroni od opalescenza oppure materiale di consistenza gelatinosa in sospensione. Sott’acqua l’alga può manifestarsi come una pellicola bruna che avvolge gli scogli o i ciottoli sul fondo.
Ad oggi, non sono ancora stati osservati effetti sulla salute dovuti all’ingestione di prodotti ittici contaminati dalle tossine prodotte da Ostreopsis ovata, né vi sono evidenze di patologie sistemiche associate all’ingestione involontaria di acque interessate dalla presenza di microalghe tossiche marine.
La proliferazione delle microalghe marine può indurre anche alterazioni dell’ecosistema con segnali di sofferenza da parte di alcuni organismi marini, come le stelle di mare e i ricci con la perdita di aculei o bracci e la possibile moria di fauna marina.
Nel corso del triennio in cui è stato effettuato il monitoraggio soltanto nel 2014 le analisi hanno evidenziato un superamento dei limiti di densità di OSTREOPSIS (nella sola stazione di Scoglitti). Il limite indicato dal D.M. 30/03/2010 per la densità di Ostreopsis ovata, pari a 10.000 cell/l, è stato superato nel mese di agosto raggiungendo valori pari a 20.000 cell/L.
Resta aperto, dal punto di vista interpretativo, il problema dell’individuazione dei fattori scatenanti l’inizio delle fioriture. Non esiste infatti una temperatura precisa che innesca un algal bloom e quindi è molto difficile trovare un’interazione precisa tra la crescita delle microalghe e la temperatura, sebbene esperimenti di laboratorio abbiamo dimostrato che la specie in questione non può crescere a temperature inferiori a 18 °C, e che cresce in misura maggiore a temperature estive (22° C‐ 26°C). Ciò avvalora l’ipotesi che i fenomeni di bloom algale non possono essere attribuiti ad un singolo fattore ma bensì sono il risultato di un effetto sinergico di più cofattori.
Nell’anno 2015 e nel 2016 le analisi hanno evidenziato l’assenza di Ostreopsis e di altri taxa potenzialmente tossici in tutte le stazioni mentre si è registrato un trend in aumento per i tenori medi di Azoto Nitroso, Azoto Nitrico e Fosforo Totale. L’andamento osservato è coerente al fenomeno di arricchimento dei nutrienti negli ambienti marino costieri dovuti a fattori dell’attività umana. Tale circostanza può causare cambiamenti nella popolazione fitoplanctonica andando a favorire la crescita di dinoflagellati. Il dato evidenzia quindi la necessità che vengano adottate preventivamente misure atte a limitare gli impatti di natura antropica sulla costa anche attraverso il potenziamento delle reti fognarie e degli impianti di depurazione a servizio delle stesse. Tuttavia per la specie O. ovata va rilevato che non è nota la correlazione tra le concentrazioni dei nutrienti in ambiente marino e il verificarsi dell’algal bloom.
A cura della Struttura territoriale Arpa di Ragusa – Direttore M. Antoci