Sulle montagne venete sta arrivando la neve e l’evento meteorologico più atteso dell’anno nelle “terre alte” richiede quest’anno molte attenzioni. Il paesaggio mutato dall’evento meteorologico di fine ottobre, soprattutto la devastazione dei boschi, espone il territorio e le vie di comunicazione ad un aumento del rischio valanghe. I moltissimi alberi abbattuti dall’evento svolgevano una funzione di protezione idrogeologica, in particolare avevano la funzione di trattenuta della neve e quindi di stabilizzazione del manto nevoso. Ora che sono stati abbattuti rimangono terreni scoperti e con queste pendenze si potranno generare fenomeni valanghivi che potranno interessare centri abitati e viabilità.
Per questo, il presidente della Regione del Veneto, commissario delegato all’emergenza, Luca Zaia, ha nominato la scorsa settimana fra i soggetti attuatori un referente di Arpa Veneto. Alberto Luchetta, Direttore del Dipartimento regionale per la Sicurezza del territorio di ARPAV, si occuperà del rischio valanghivo con il supporto dello staff di esperti del Centro Valanghe di Arabba. Le attività riguarderanno l’attuazione del programma delle opere di difesa valanghiva in collaborazione con i soggetti attuatori del settore “ripristino idrauclico e idrogeologico” di Belluno e di Vicenza e la valutazione del rischio valanghe su tutto il territorio regionale.
La Regione del Veneto ha nel frattempo pubblicato nel proprio sito la relazione post evento
L’analisi presentata mette in risalto l’eccezionalità degli eventi. Precipitazioni frequenti e molto abbondanti soprattutto sulle aree montane, dove in alcune zone (specie sul Bellunese) si raggiungono quantitativi particolarmente elevati. In alcune fasi si verificano rovesci di forte intensità e locali temporali. Il limite delle nevicate è in genere ben oltre i 2000 m, salvo a inizio e fine evento. Assai rilevante è l’intensità del vento specie sulla costa e ancor più in montagna,in particolare sulle Prealpi. Si instaura infatti un flusso sciroccale persistente e assai intenso, il cui culmine è nella seconda metà di lunedì, quando venti particolarmente forti arrivano anche nelle valli montane e in misura minore su parte della pianura.
Link alla relazione post evento