E’ un quadro sconfortante quello che emerge dall’indagine ISTAT, consultabile sul sito ISTAT, e che meriterebbe una rifessione condivisa da uomini e donne, nessuno/a escluso/a.
La rilevazione statistica sugli stereotipi sui ruoli di genere e l’immagine sociale della violenza, realizzata dall’Istat nel quadro di un Accordo di collaborazione con il Dipartimento per le Pari Opportunità presso la Presidenza del Consiglio, consente di analizzare modelli culturali e fattori che infuenzano gli atteggiamenti verso la violenza contro le donne.
Consapevoli di quanto il tema tocchi da vicino i corpi delle donne e degli uomini, ne rappresentiamo sinteticamente il contenuto in questo articolo.
La violenza contro le donne e, in partcolare, la violenza domestica, rappresentano fenomeni multiformi e complessi, la cui conoscenza è essenziale per lo sviluppo delle politiche di contrasto e la costruzione del sistema di monitoraggio della violenza contro le donne. Questi fenomeni sono radicati nella cultura di genere ed è per questo che si rende necessario rilevare i modelli stereotipati legati ai ruoli delle donne e degli uomini così come l’immagine sociale della violenza.
Il radicamento degli stereotipi sui ruoli di genere, da una parte, e l’atteggiamento verso i comportamenti violenti, dall’altra, sono, infatti, le chiavi di lettura per comprendere il contesto culturale in cui le relazioni violente trovano genesi e giustificazione.
La loro conoscenza è essenziale per comprendere meglio le cause della violenza e monitorarle nel tempo, al fine di valutare, almeno parzialmente, l’impatto sulla popolazione delle politiche inerenti la prevenzione della violenza in termini di cambiamento culturale.
Il quadro che emerge dalla lettura dei risultati del modulo sugli stereotipi sui ruoli di genere e sulla violenza sessuale, incluse le opinioni sull’accettabilità della violenza nella coppia e sulle sue possibili cause, mostra cinque profili: due rappresentano gli individui con le convinzioni più stereotipate (36,3%), due quelle meno stereotipate (62%) e un gruppo si qualifica per l’indifferenza rispetto al tema (1,8%).
Gli stereotipi sui ruoli di genere più comuni sono: “per l’uomo, più che per la donna, è molto importante avere successo nel lavoro” (32,5%), “gli uomini sono meno adatti a occuparsi delle faccende domestche” (31,5%), “è l’uomo a dover provvedere alle necessità economiche della famiglia” (27,9%). Quello meno diffuso è “spetta all’uomo prendere le decisioni più importanti riguardanti la famiglia” (8,8%).
Il 58,8% della popolazione (di 18-74 anni), senza particolari differenze tra uomini e donne, si ritrova in questi stereotipi, più diffusi al crescere dell’età (65,7% dei 60-74enni e 45,3% dei giovani) e tra i meno istruiti.
Alla domanda sul perché alcuni uomini sono violenti con le proprie compagne/mogli, il 77,7% degli intervistati risponde perché le donne sono considerate oggetti di proprietà (84,9% donne e 70,4% uomini), il 75,5% perché fanno abuso di sostanze stupefacenti o di alcol e un altro 75% per il bisogno degli uomini di sentirsi superiori alla propria compagna/moglie.
La difficoltà di alcuni uomini a gestire la rabbia è indicata dal 70,6%, con una differenza di circa 8 punti percentuali a favore delle donne rispetto agli uomini.
Il 63,7% della popolazione considera causa della violenza le esperienze violente vissute in famiglia nel corso dell’infanzia, il 62,6% ritene che alcuni uomini siano violentI perché non sopportano l’emancipazione femminile mentre è alta ma meno frequente l’associazione tra violenza e motivi religiosi (33,8%).
Persiste il pregiudizio che addebita alla donna la responsabilità della violenza sessuale subita. Addiritura il 39,3% della popolazione ritene che una donna è in grado di sottrarsi a un rapporto sessuale se davvero non lo vuole. Anche la percentuale di chi pensa che le donne possano provocare la violenza sessuale con il loro modo di vestire è elevata (23,9%). Il 15,1%, inoltre, è dell’opinione che una donna che subisce violenza sessuale quando è ubriaca o sotto l’effetto di droghe sia almeno in parte responsabile.
Per il 10,3% della popolazione spesso le accuse di violenza sessuale sono false (più uomini, 12,7%, che donne, 7,9%); per il 7,2% “di fronte a una proposta sessuale le donne spesso dicono no ma in realtà intendono sì”, per il 6,2% le donne serie non vengono violentate. Solo l’1,9% ritene che non si tratta di violenza se un uomo obbliga la propria moglie/compagna ad avere un rapporto sessuale contro la sua volontà.
A cura di Simona Cerrai (Presidente CUG Arpat)