E’ quanto la Giunta regionale chiede agli Ato (Ambiti territoriali ottimali). Nel 2016 il dato regionale aveva raggiunto il 51%. Intervista all’assessora all’Ambiente della Regione Toscana, Federica Fratoni.
Meno di due anni e mezzo per raggiungere il 70% di raccolta differenziata, portare l’incenerimento dei rifiuti al 20% e ridurre i conferimenti in discarica al 10%. Sono questi i tre obiettivi che la Giunta regionale chiede ai tre Ambiti territoriali ottimali di raggiungere entro il 2020.
Lo ha fatto approvando una delibera con cui richiede agli Ato di presentare “entro e non oltre il 15 settembre prossimo una relazione dettagliata descrittiva dello stato di avanzamento e del programma per la realizzazione dei tre obiettivi del Piano rifiuti e bonifiche” così come previsto dal Piano attualmente in vigore.
“Il settore – spiegano il presidente Enrico Rossi e l’assessore regionale all’ambiente, Federica Fratoni – sta vivendo una fase caratterizzata da grandi novità, ed è il momento di imprimere una decisa accelerazione per giungere ad una corretta gestione dell’intero ciclo dei rifiuti. Per questo chiediamo ai tre Ato di allinearsi, nel più breve tempo possibile, agli obiettivi che ci siamo dati. E, visto che le ultime percentuali di trattamento disponibili sono quelle relative al 2016, chiediamo di conoscere lo stato attuale delle destinazioni dei rifiuti”.
Su questi temi e più in generale sulla decisione della Regione Toscana di puntare sull’economia circolare, Arpatnews ha intervistato l’Assessore all’Ambiente, Federica Fratoni.
La delibera approvata dalla Giunta chiede anche tempi e modalità di incremento della raccolta porta a porta o di quella di prossimità. L’altra richiesta riguarda le scelte impiantistiche o di destinazione dei flussi operate per la valorizzazione energetica (incenerimento) dei rifiuti. E’ poi attesa una diminuzione del numero delle discariche, secondo le indicazioni del Piano rifiuti e bonifiche, mentre si chiede “una previsione dell’impiantistica necessaria a valorizzare la raccolta differenziata da incrementare”.
Le ATO sono le Autorità per il servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani e svolgono le funzioni di programmazione, organizzazione e controllo sull’attività di gestione del servizio, e sono:
– ATO Toscana Centro, costituito dai Comuni compresi nelle province di Firenze, Prato e Pistoia, con esclusione dei Comuni di Marradi, Palazzuolo sul Senio e Firenzuola;
– ATO Toscana Costa, costituito dai Comuni compresi nelle province di Livorno (esclusi i Comuni di Campiglia Marittima, Castagneto Carducci, Piombino, San Vincenzo, Sassetta, Suvereto), Lucca, Massa Carrara e Pisa;
– ATO Toscana, Sud, constituito da tutti i Comuni compresi nelle province di Arezzo, Siena e Grosseto.
Gli ultimi dati disponibili sulle percentuali di raccolta differenziata sono quelli relativi al 2016, certificati dalla Agenzia Regionale Recupero Risorse s.p.a. (ARRR), che riproponiamo nella seguente tabella, aggregando i dati forniti dalla ARRR per comune nei tre ATO.
Nel seguente grafico, sono invece riportati i dati della raccolta differenziata (raccolti a livello nazionale da ISPRA, che pubblica ogni anno il Rapporto Rifiuti Urbani) delle singole regioni, confrontati anche con gli obiettivi stabiliti dalle direttive europee (che indicavano il 65% da realizzarsi entro il 2012).
Nel grafico seguente, sempre tratto dal Rapporto Ispra Rifiuti Urbani 2017, sono indicate le province italiane che nel 2016 avevano raggiunto una percentuale di raccolta differenziata superiore al 65%.
Nel rapporto è disponibile una tabella con i dati di tutte le province italiane. Comunque tutti i dati raccolti da Ispra, con la collaborazione delle Arpa/Appa sono raccolti nel Catasto nazionale dei rifiuti, nel quale sono disponibili i dati fino al livello comunale relativi sia ai rifiuti speciali che a quelli urbani. Per quanto riguarda i rifiuti urbani si trovano informazioni relative alla quantità di rifiuti prodotti, alle modalità di gestione e smaltimento, ed ai relativi costi. Tutti i dati, oltre che consultabili, sono scaricabili in formato aperto.
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Vedi anche: Toscana: la produzione dei rifiuti urbani nel 2016